E' rimasta in silenzio anche dinanzi al gip Maria Ilaria Romano, che l'ha incrociata nel carcere di contrada Capodimonte, dove è rinchiusa da due giorni sotto stretta sorveglianza. L'aveva fatto già quando si era trovata al cospetto del sostituto procuratore Vincenzo Toscano e dei carabinieri, e anche questa mattina ha ribadito la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere, Loredana M., la 34enne originaria di Campolattaro, accusata di aver ucciso il figlio di 4 mesi.
Mezz'ora, non di più: tanto è durata l'udienza di convalida dell'arresto, alla quale sono stati presente anche il pm Maria Gabriella Di Lauro, ora titolare dell'indagine, ed una interprete del linguaggio dei segni.
Bocca chiusa, dunque, anche se la donna, nel colloquio avuto in precedenza con il suo difensore, l'avvocato Michele Maselli (nella foto, all'uscita dal carcere) avrebbe ripercorso quei tragici momenti. In lacrime e visibilmente scossa, avrebbe raccontato che la sua intenzione era quella di farla finita, di essersi allontanata in auto con il bimbo dall'abitazione di Quadrelle perchè logorata dal rapporto con il suo convivente, anch'egli sordomuto, e dai maltrattamenti che lui le avrebbe riservato.
Circostanze al centro di un'attività investigativa che, in attesa delle necessarie valutazioni di ordine psichiatrico, nelle prossime ore sarà corroborata anche dalle prime indicazioni che emergeranno dall'autopsia. Il medico legale Emilio D'Oro riceverà l'incarico intorno alle 13, poi procederà all'esame, per il quale la difesa ha nominato il professore Vincenzo Vecchione. Al consulente dell'accusa il compito di stabilire cosa abbia provocato la morte del neonato: l'ipotesi più accreditata è che siano stati i colpi che la mamma gli avrebbe inferto con un pezzo di legno, un ramo.
Se sarà confermato, un gesto agghiacciante, successivo al momento in cui il piccolo sarebbe stato gettato in una scarpata profonda alcuni metri. Un volo nel vuoto attutito dai rovi e dalla vegetazione, al quale sarebbe seguito quello della mamma. Che, una volta rialzatasi, si sarebbe scagliata contro la sua creatura, mentre piangeva.
Questa la ricostruzione fin qui delineata sulla scorta delle testimonianze raccolte dai militari della Stazione di Solopaca, intervenuti lungo la statale 372, dove alcuni automobilisti avevano segnalato un incidente, dopo aver notato una Opel Corsa contro il guard rail. E' l'auto guidata per una quarantina di chilometri dalla 34enne, che, dopo un impatto iniziale contro una barriera lungo il senso di marcia, avrebbe invaso la carreggiata, schiantandosi sul lato opposto.
AGGIORNAMENTO
Custodia cautelare in carcere: è la misura disposta dalla dottoressa Romano, dopo l'udienza di convalida, per la 34enne.