Delitto Matarazzo: sequestro soldi Massaro, test a papà 15enne

Sigilli a soldi su conto della figlia. Tampone orale per genitore della ragazzina suicida

Frasso Telesino.  

Quella somma, spiegano gli inquirenti, rappresenta una parte dei soldi che avrebbe incassato per il suo coinvolgimento nell'organizzazione e nell'esecuzione dell'omicidio. Ecco perchè il gip Flavio Cusani ha ordinato, su richiesta del sostituto procuratore Francesco Sansobrino, il sequestro preventivo di 13.200 euro depositati sul conto corrente della figlia di Giuseppe Massaro (avvocato Alessandro Della Ratta), 56 anni, di Sant'Agata dei Goti, una delle due persone – l'altra è Generoso Nasta (avvocato Orlando Sgambati), 31 anni, di San Felice a Cancello – arrestate lo scorso 28 dicembre nell'inchiesta dei carabinieri sul delitto di Giuseppe Matarazzo, il 45enne pastore di Frasso Telesino ammazzato a colpi di pistola il 19 luglio del 2018 dinanzi alla sua abitazione alla contrada Selva.

Massaro, in particolare, è accusato di aver fornito l'auto - una Croma – e la 357 magnum, che deteneva legalmente, utilizzate per portare a termine la missione di morte, Nasta di aver guidato la macchina. Come più volte ricordato, ascoltata dai militari, la figlia di Massaro aveva raccontato di aver depositato in banca, tra il 25 luglio e il 24 settembre, quella cifra, descritta come il frutto di risparmi e regali di parenti e familiari, dopo un furto in casa regolarmente denunciato.

Una versione ribadita dal papà quando era comparso, per l'interrogatorio di garanzia, dinanzi al dottore Cusani, che aveva ritenuto non credibili, complessivamente, le sue dichiarazioni, lasciando a Capodimonte sia lui sia Nasta. Quest'ultimo, che all'epoca si era avvalso della facoltà di non rispondere, ha invece rotto il silenzio lo scorso 24 gennaio, quando, al cospetto del Pm, ha rivendicato la propria estraneità e fornito una serie di indicazioni. Sostenendo che, presenti altre persone, in due occasioni,.a luglio ed ottobre - Massaro avrebbe riferito di essere lui il presunto autore dell'omicidio. Parole che avrebbe poi ripetuto anche ad alcuni detenuti, inevitabilmente finite al centro dell'attività di riscontro di inquirenti ed investigatori.

Quella del sequestro non è però l'unica novità che l'inchiesta fa registrare. L'altra arriva dall'incidente probatorio che si è tenuto ad ottobre 2018 dinanzi allo stesso Cusani, dopo la richiesta dell'avvocato Raimondo Salvione, difensore (con l'avvocato Renato Jappelli) di Lucio Iorillo, 59 anni, il papà della 15enne che il 6 gennaio del 2008 a Frasso Telesino si era tolta la vita impiccandosi ad un albero. Giuseppe Matarazzo era stato condannato a 11 anni e 6 mesi perchè riconosciuto responsabile di abusi ai danni della ragazzina, aveva scontato la pena un mese prima di essere ucciso.

Una storia drammatica che, a detta della Procura, rappresenta il movente dell'omicidio Matarazzo, ucciso, dunque, per vendetta. Nel corso dell'incidente probatorio il professore Ciro Di Nunzio aveva ricevuto l'incarico di procedere agli esami biologici su due cicche di sigarette, un sassolino ed un rametto, sui quali potrebbero essersi tracce di sostanze ematica e di saliva, sequestrati la sera del delitto.

Accertamenti ai quali si aggiunge, ora, il prelievo delle cellule delle mucose orali – un tampone - che lunedì prossimo lo specialista eseguirà su Iorillo. Un appuntamento al quale sono stati convocati anche i consulenti delle parti: i dottori Michele Selvaggio (per i familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia) e Luigi Barbato, per l'indagato.