Indagine Gosaf, sequestro di beni a carico di Piccoli

E' presidente della società di riscossione dei tributi. "Somme non versate a Comune di Crispano"

Sant'Agata de Goti.  

Venti giorni fa il suo rinvio a giudizio e quello di altre dieci persone – il processo partirà a novembre -, oggi il sequestro preventivo dei beni per equivalente, per un valore di oltre 1 milione di euro.

L'ha eseguito la guardia di finanza a carico di Vincenzo Piccoli, 84 anni, di Sant'Agata dei Goti, presidente del Cda della Gosaf -sede legale a Montesarchio e base operativa a Sant'Agata dei Goti- , la società di riscossione dei tributi che, dopo aver operato in oltre cinquanta comuni italiani, dall'ottobre del 2014, dopo essere stata sequestrata, è guidata da un commissario giudiziario.

Peculato, questa l'ipotesi di reato contestata all'indagato – è difeso dall'avvocato Marcello D'Auria - nel decreto adottato dal gip Maria Ilaria Romano su richiesta del sostituto procuratore Francesca Saccone. Nel mirino degli inquirenti le somme che non sarebbero state versate al Comune di Crispano, in provincia di Napoli, uno dei quattro Enti locali che si sono costituiti parti civili durante l'udienza preliminare.

Attenzione puntata, in particolare, su poco meno di 421mila euro incassati dal terzo trimestre 2013 al terzo trimestre del 2014 dopo il pagamento delle utenze idriche, e su 624mila euro e passa che non sarebbero stati resi disponibili nel conto di tesoreria comunale. In una nota a firma del procuratore Aldo Policastro si legge che allo stato sono stati 'bloccati' 50 rapporti bancari presso diversi istituti di credito e quote societarie riconducibili” a Piccoli “per circa 400mila euro.

Come più volte ricordato, la parabola discendente della Gosaf era cominciata nel luglio 2014, quando la finanza di Caserta aveva sequestrato, nell'ambito dell'indagine della Procura sannita, 778mila euro all'amministratore e a Piccoli. Il sequestro, parzialmente annullato dal Riesame, era stato adottato rispetto ad un'ipotesi di peculato contestata in relazione all'attività svolta dal 2010 al 2012 in quattro centri del casertano: Arienzo, Francolise, Pietravairano e San Marcellino.

Un nuovo duro colpo era poi arrivato il 16 ottobre 2014, quando Piccoli era stato arrestato. A suo carico un'ordinanza ai domiciliari, poi annullata dal Riesame, che lo aveva rimesso in libertà, emessa, ancora per peculato, per una vicenda che riguardava il Comune di Paolisi. Oltre all'arresto, le fiamme gialle avevano anche sequestrato la somma di poco più di un 1 milione di euro e la stessa Gosaf, nominando un amministratore giudiziario.

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