Da una parte il procuratore Aldo Policastro, che ha ribadito le argomentazioni dell'accusa, dall'altra i difensori, che hanno provato a smontarle, con l'obiettivo di ottenere l'annullamento dell'ordinanza.
Pochi minuti fa la conclusione dinanzi al tribunale del Riesame della discussione dei ricorsi presentati dagli avvocati Antonio Barbieri e Marcello Severino, Giuseppe Francesco Massarelli e Patrizia Pastore, rispettivamente, per Giuseppe Maria Maturo, 52 anni, dal maggio 2014 sindaco (ora sospeso) di Cusano Mutri, e Remo Di Muzio, 43 anni, geometra libero professionista, che lo scorso 28 giugno sono finiti agli arresti domiciliari nell'inchiesta del sostituto procuratore Donatella Palumbo e dei carabinieri del Nucleo investigativo su una presunta tangente chiesta ad un imprenditore edile sui lavori di somma urgenza, già liquidati, per la sistemazione delle sponde del torrente Titerno dopo l'alluvione dell'ottobre 2015.
A carico di entrambi un provvedimento cautelare firmato dal gip Gelsomina Palmieri che, come più volte ricordato, aveva confermato la misura dopo gli interrogatori di garanzia, nel corso dei quali i due indagati avevano respinto ogni accusa. Maturo, in particolare, aveva escluso qualsiasi forma di pressione o minaccia nei confronti del titolare della ditta, peraltro suo testimone di nozze, affermando di non sapere alcunchè di quei soldi passati dalle mani dell'imprenditore – una scena immortalata in un video - in quelle di Di Muzio. Che, a sua volta, aveva spiegato che i 2mila euro – prima tranche, secondo gli inquirenti, di una presunta mazzetta di 6500- contenuti nella busta erano il corrispettivo di una prestazione professionale fornita alla parte offesa con la collaborazione di un altro geometra, Vincenzo Di Biase, di cui aveva scritto il nome sulla stessa busta.
Nelle prossime ore la decisione del Riesame.
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