Non doversi procedere per intervenuta prescrizione dei reati. L'ha dichiarato il giudice Francesca Telaro al termine del processo a carico di cinque persone coinvolte in uno dei tronconi dell'indagine del sostituto procuratore Giovanni Tartaglia Polcini e della guardia di finanza su una truffa che sarebbe stata commessa ai danni dell'Inps.
Nel mirino dei militari del Nucleo di polizia tributaria, l'inserimento nei sistemi informativi dell'Inps di contributi che non sarebbero mai stati versati e di maggiorazioni di pensioni. La prescrizione è scattata, in particolare, per Leucio Pacelli, 60 anni, di San Salvatore Telesino, chiamato in causa come dipendente Inps, e i presunti beneficiari: Mario Biasco, 70 anni, di Solopaca, Luigi Ceniccola, 67 anni, di San Lorenzo Maggiore, Renato Donelli, 46 anni, di San Salvatore Telesino e Vittoria Vaccarella, 64 anni, di San Lupo, difesi dagli avvocati Angelo Leone, Ettore Marcarelli, Antonio Di Santo, Vincenza Biasco e Mario Pasquariello.
Il filone principale dell'inchiesta era rimbalzato all'onore delle cronache nel 2009, sette gli imputati che erano poi stati rinviati a giudizio, ad iniziare da Pacelli. Tutti erano stati condannati in primo grado, nel luglio 2012, a pene tra 1 anno e 4 mesi e 6 anni, ma nel giugno del 2017 la Corte di appello aveva dichiarato l'intervenuta prescrizione per sei imputati. Nella stessa occasione, invece, aveva assolto, per non aver commesso il fatto, il settimo, che alla prescrizione aveva rinunciato.
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