Accusato di due rapine, assolto. "Ero tra Olanda e Romania"

Sentenza per un 42enne rumeno, imputato per due colpi nel 2014 a S. Salvatore e Faicchio

Benevento.  

Il pm Patrizia Filomena Rosa ne aveva proposto la condanna a 3 anni e 1 mese per una rapina e l'assoluzione per un'altra, mentre gli avvocati Ettore Marcarelli ed Antonio Barbieri avevano chiesto l'assoluzione del loro assistito per non aver commesso il fatto.

Erano da poco trascorse le 14.30 quando il Tribunale (presidente Pezza, a latere Polito e Loffredo) ha letto il dispositivo della sentenza con la quale ha assolto da ogni addebito, per non aver commesso il fatto, Marius Auras Mihai, 42 anni, rumeno, imputato con un 33enne connazionale, che è però irreperibile, nel processo nato da un'indagine del Commissariato di Telese Terme su due rapine commesse il 21 ed il 29 novembre del 2014.

Della prima, ambientata a San Salvatore Telesino, aveva fatto le spese il proprietario di un'Audi A4. Intorno alle 17, dopo essersi trattenuto in campagna, si era avvicinato al portellone dell'auto per cambiare le scarpe. Si era trovato di fronte un uomo che, giunto con altri tre a bordo di un'Alfa 147 rubata a Cercemaggiore, gli aveva puntato una pistola al volto e gli aveva sferrato un calcio al torace. I quattro avevano abbandonato la 147 ed erano fuggiti con l'A4, ritrovata quattro giorni dopo a Caiazzo.

La vittima della seconda incursione era invece stata, a Faicchio, a una donna. Due uomini erano penetrati nella sua abitazione, lei era stata colpita alla nuca, mentre cercava di telefonare alla figlia, ed era caduta priva di sensi sul pavimento. Meno di 200 euro il bottino di un colpo che, come il precedente, era stato denunciato alla polizia. Di qui un'attività investigativa che nel 2016 era stata scandita da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Mihai ( e di Cioc), rintracciato a Roma. Fondamentale il riconoscimento fotografico delle parti offese: l'uomo l'aveva ribadito in aula, la malcapitata no, ma, secondo il Pm, “solo per problemi di salute di cui soffre”.

Prima della camera di consiglio e della discussione, l'esame dell'imputato, che aveva respinto l'accusa, sostenendo di essere stato in Italia fino al 2011 ( e di esserci venuto nuovamente nel 2016) e che dal 20 al 29 novembre 2014, quando era rientrato in Romania, era stato ospite della Caritas di Amsterdam, in Olanda, che gli aveva poi fornito il biglietto per tornare nel suo paese d'origine. Dove aveva postato una foto su facebook dal suo profilo, di cui aveva però variato nel 2016 l'intestatario, spiegando di averlo fatto, “per gelosia”, con una donna. Una circostanza sulla quale la difesa avrebbe voluto una perizia geolocalizzativa che stabilisse l'area dalla quale era partito il messaggio, ma che il Tribunale aveva respinto.

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