"Non si può morire così. La vita è un dono di Dio" | FOTO

Così don Ivan durante i funerali dell'83enne morto in seguito alla brutale rapina in casa

Montesarchio.  

“La vita è bella ed è un dono di Dio e non si può farla finire in questo modo. Ora bisogna solo pregare per il bene comune”. Così don Ivan Bosco durante l'omelia per i funerali di Giovanni Parente, l'83enne di Montesarchio morto dopo due settimane di agonia all'ospedale Rummo dove era stato trasportato la sera del 10 aprile dopo l'aggressione subita nella sua abitazione ad opera di due rapinatori.

Esattamente a distanza di un mese da quel drammatico episodio, nella Chiesa della Santissima Trinità sono stati celebrati i funerali. Presente anche l'anziana sorella di Giovanni che quella sera si trovava in casa con lui. A lei per fortuna i malviventi non avevano riservato lo stesso brutale trattamento di Giovanni. Alla funzione hanno partecipato i carabinieri di Montesarchio, con il maggiore Leonardo Madaro, il sindaco di Montesarchio, Franco Damiano ed il gonfalone del Comune.

Il carro funebre, partito dalla morgue del Rummo, dove nei giorni scorsi era stata effettuata l'autopsia, è arrivato intorno alle 15 dinanzi all'antica chiesa ai piedi del Castello.

All'arrivo della salma la sorella di Giovanni non ha retto all'emozione ed è scoppiata in un pianto disperato. Lei, come tutti gli altri familiari, non si capacitano ancora di quello che è accaduto.

Durante l'omelia don Ivano ha ricordato Giovanni, “uomo molto riservato e dedito da una vita al lavoro e alla famiglia, rappresentata da quella sorella che viveva con lui”. Don Ivan ha messo l'accento anche sul bisogno di pregare e di comportarsi da comunità unita “specialmente in questo momento non proprio felice per Montesarchio”.

“Siamo qui per testimoniare la nostra vicinanza alla famiglia”, ha invece dichiarato il sindaco Damiano che ha poi voluto ringraziare le forze dell'ordine che in questi giorni “stanno controllando capillarmente il territorio. Ci saranno sviluppi, ha poi annunciato il primo cittadino. “Sono fiducioso nell'operato di magistrati e forze dell'ordine”, ha concluso Damiano riferendosi ovviamente anche alla presunta morte di Valentino Improta, il 26enne scomparso ormai da 8 giorni in concomitanza del ritrovamento di un cadavere carbonizzato in un'auto sul Monte Taburno. Un corpo che potrebbe - il condizionale è d'obbligo fino al risultato del Dna – essere quello del 26enne, anche perchè l'auto incendiata era della madre del giovane che aveva ricevuto un avviso di garanzia proprio nell'ambito delle indagini di quella brutale rapina in seguito alla quale l'83enne ha perso la vita.

Al.Fa