Morte di Maria, il Pm chiede altri 6 mesi di indagini

Il caso della bimba di 9 anni rinvenuta senza vita a S. Salvatore Telesino nel giugno 2016

San Salvatore Telesino.  

Altri sei mesi di indagini. Li ha chiesti al gip Flavio Cusani, per il compimento di ulteriori attività, il sostituto procuratore Maria Scamarcio, titolare dell'inchiesta sulla tragica fine di Maria, la bimba di 9 anni, rumena, che il 19 giugno del 2016 era stata rinvenuta senza vita, morta per annegamento, nella piscina di un resort a San Salvatore Telesino.

Si tratta di un dramma ancora senza una soluzione, per il quale sono stati tirati in ballo Daniel Ciocan, 23 anni, e la sorella Cristina, 32 anni, connazionali della vittima, rispettivamente difesi dagli avvocati Giuseppe Maturo e Salvatore Verrillo: per lui le ipotesi di reato di omicidio e violenza sessuale, per lei il concorso nella prima. Un'inchiesta scandita dal no del gip Cusani, espresso in due occasioni per insussistenza dei gravi indizi, all'arresto in carcere dei due fratelli proposto dalla Procura. Un no confermato dal Riesame ed ulteriormente ribadito dalla Cassazione, che ha giudicato inammissibile il ricorso del Pm contro la pronuncia del Tribunale della libertà.

E' stata uccisa per timore che raccontasse gli abusi che avrebbe subito, sostiene l'accusa, puntando il dito contro Daniel e Cristina. No, è caduta accidentalmente nell'acqua, argomentano i difensori e uno degli specialisti - Ursula Franco criminologa (l'altro è il medico legale Fernando Panarese) -, che scindono il tragico evento dal capitolo delle violenze, contestato a Daniel, ai danni della piccola. Ribaltando i sospetti sul papà. Lui e la moglie sono assistiti dall'avvocato Fabrizio Gallo, con loro la criminologa Roberta Bruzzone.

Dopo la pronuncia della Cassazione, come si ricorderà, il Pm aveva deciso la riesumazione della piccola, per consentire al suo consulente, il professore Franco Introna – l'autopsia era stata eseguita all'epoca dal professore Claudio Buccelli e dalla dottoressa Momnica Fonzo -, di procedere ad altri accertamenti tecnici. Un'iniziativa che era stata però bloccata dall'avvocato Verrillo, prima con la riserva, poi con la richiesta di un incidente probatorio che il gip Cusani non aveva accolto.

Esp