Buca parete della cella e cerca di evadere da carcere Airola

Il Sappe: il protagonista è un ultradiciottenne bloccato dagli agenti, uno dei quali colpito

Airola.  

E' stato bloccato dalla polizia penitenziaria mentre cercava di evadere dal carcere minorile di Airola. A darne notizia è Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), il protagonista è un ultradiciottenne che si era già reso protagonista nei giorni scorsi di un tentativo di introduzione di sostanze stupefacenti durante i colloqui.

Il racconto della vicenda nelle parole di Donato Capece, segretario generale del Sappe: "Il detenuto si trovava in cella d'isolamento, quando con un arnese rudimentale di ferro, ricavato dalla rottura di uno sgabello metallico, si è messo a perforare la parete della propria stanza che immette sul cortile interno; era quasi riuscito a creare un foro talmente grande da potersi calare giù, quando è stato scoperto dal personale che lo ha bloccato giusto in tempo ad impedirgli la fuga”.

Il giovane – prosegue Capece -ha sferrato un violento pugno ad un agente di polizia penitenziaria, procurandogli una lesione al volto che ha richiesto l'intervento dei sanitari del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Sant'Agata dei Goti per suturargli la ferita”. Secondo il Sappe, che ricorda come ancora una volta, “solo grazie al tempestivo e professionale intervento dei poliziotti penitenziari si è riusciti a scongiurare che l'Ipm sannita vivesse un altro brutto evento critico”, è evidente l'esistenza di problemi di sicurezza. E ancora: "E' solamente grazie agli eroi silenziosi del quotidiano con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie”.

E' impensabile, a parere del sindacato, “inserire detenuti di venticinque anni nei penitenziari minorili, perché è impensabile far convivere negli stessi ambienti carcerari adulti di venticinque anni con bambini di quattordici. Avevamo detto che era un errore l'innalzamento dell'età dei presenti nelle carceri minorili: oggi, infatti, possono starvi anche donne e uomini di 25 anni.  Una decisione politica che da subito definimmo incomprensibile. Da quando sono stati assegnati detenuti adulti, per effetto della legge 11 agosto 2014, n.117, infatti, questi maggiorenni si comportano con il personale di Polizia e con alcuni minorenni ristretti con prepotenza e arroganza, caratterizzando negativamente la quotidianità penitenziaria. E la loro ascendenza criminale condiziona tanti giovani, che li vedono quasi come dei miti”.