Sequestro di persona, violenza, lesioni personali e maltrattamenti familiari. Sono le ipotesi di reato contestate Francesco Vonella, 31 anni, di Montefalcone Valfortore, arrestato dalla Squadra mobile. A suo carico un'ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dal pm Marilia Capitanio e firmata dal gip Maria Ilaria Romano in un'inchiesta centrata su una bruttissima storia di cui sarebbe rimasta vittima la fidanzata dell'indagato.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la malcapitata sarebbe stata ripetutamente picchiata, costretta a subire le sue 'attenzioni' e a restare nella propria abitazione per evitare che qualcuno potesse notare le conseguenze causate dalle botte. Comportamenti che, a detto dell'accusa, sarebbero stati scatenati da motivi di gelosia, e che avrebbero ridotto la ragazza in uno stato di soggezione psicologica.
Una situazione finita al centro dell'attività investigativa degli uomini del vicequestore Emanuele Fattori; un lavoro che ha consentito alla Procura guidata da Aldo Policastro di proporre ed ottenere una misura restrittiva nei confronti dell'uomo, che, dopo una tappa in questura, è stato trasferito presso la casa circondariale di contrada Capodimonte.
Nelle prossime ore l'interrogatorio di garanzia, nel corso del quale sarà assistito dall'avvocato Vincenzo Sguera. L'occasione per offrire, se lo vorrà, la sua versione dei fatti.
Il nome di Francesco Vonella era rimbalzato all'onore delle cronache, e non da solo, nel febbraio 2014, nell'inchiesta, denominata New Bridge, diretta dalla Dda di Reggio Calabria e centrata su un 'giro' di droga tra Stati Uniti e Italia. Il processo dinanzi al Tribunale di Locri si è concluso nel novembre del 2016 con la sua assoluzione dall'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e la condanna – 1 anno e 6 mesi - per associazione per delinquere, dopo la riqualificazione dell'iniziale imputazione di stampo mafioso.
Nel dicembre 2014, poi, anche stavolta al pari di altre persone, era stato colpito da un'ordinanza di custodia cautelare adottata in un'indagine della Dda di Potenza su una tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore di Matera. Al quale, secondo gli inquirenti, sarebbe stato 'chiesto' un milione di euro, in rate da centomila euro, per ''saldare'' il debito contratto negli anni '80 con la cupola statunitense dei Gambino. Nel maggio 2016 la condanna a 5 anni e, nel luglio 2017, la revoca degli arresti domiciliari, e la rimissione in libertà, stabilita dalla Corte di appello di Potenza per la scadenza dei termini di custodia cautelare.
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