Morte della piccola Maria, su riesumazione ora decide il Gip

Depositata dalla difesa la richiesta di incidente probatorio

San Salvatore Telesino.  

Otto giorni fa la riserva che aveva bloccato la riesumazione, decisa per oggi dal pm Maria Scamarcio, del corpo di Maria, 9 anni, la bimba di nazionalità rumena che era stata rinvenuta senza vita il 19 giugno 2016, morta annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino; questa mattina la richiesta di incidente probatorio. L'ha depositata al gip Flavio Cusani l'avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Cristina Ciocan, 31 anni, indagata al pari del fratello Daniel, 22 anni (è assistito dall'avvocato Giuseppe Maturo) per la tragica fine della piccola, loro connazionale. Omicidio e violenza sessuale le ipotesi di reato a carico del giovane, concorso nella prima per la sorella. Per entrambi era stata proposta la custodia cautelare in carcere, respinta dal gip Cusani (due volte), dal Riesame e dalla Cassazione.

Nella sua istanza il legale ha chiesto che venga accertata l'ora della morte della piccola e che sia accertata sulla salma la presenza di segni di lesività. La parola passa ora, dunque, al giudice, che potrebbe non ritenere necessaria la fissazione dell'incidente probatorio o disporlo, affidando però ad un perito l'incarico di procedere agli esami, dopo aver valutato le argomentazioni che produrrà la Procura. Che, come detto, avrebbe voluto il disseppellimento per consentire al suo consulente, il professore Franco Introna, di analizzare il cadavere dopo aver già fatto altrettanto con la documentazione.

Questa sera, intanto, la terribile storia, a distanza di un anno e mezzo ancora senza una soluzione, approderà nuovamente sugli schermi di Rai3 con un servizio della trasmissione ''Chi l'ha visto?'. Previste le interviste agli indagati, ai loro legali e all'avvocato Fabrizio Gallo, che rappresenta i genitori della vittima, probabile che l'attenzione venga puntata soprattutto su alcuni elementi che la difesa, convinta che Maria sia finita accidentalmente nell'acqua, ritiene importanti per la definizione del capitolo degli abusi sessuali. L'ipotesi è che siano da ascrivere a carico del contesto familiare e non di Daniel.

Esp