Dopo 17 mesi sarà riesumato il corpo della povera Maria

Decisione della Procura nell'indagine sulla morte della bimba di San Salvatore

San Salvatore Telesino.  

Sarà riesumato il prossimo 13 dicembre, per consentire ulteriori accertamenti, il corpo della povera Maria, 9 anni, la bimba di nazionalità rumena che era stata rinvenuta senza vita il 19 giugno 2016, morta annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino.

La decisione della Procura guidata da Aldo Policastro è stata adottata sulla scorta della richiesta avanzata dal professore Franco Introna, lo specialista al quale lo scorso 14 settembre è stato affidato l'incarico di procedere ad una consulenza medico legale sulla documentazione relativa alla tragica fine della piccola. Una valutazione che, evidentemente, necessita anche di ulteriori esami che hanno reso necessario disseppellire la salma della bambina.

Un momento tristissimo, per il quale sono stati 'avvisati', così da consentire al loro consulente, il professore Fernando Panarese, di essere presente, Daniel, 22 anni, e Cristina Ciocan, 31 anni, i due fratelli, connazionali della vittima, coinvolti nell'inchiesta. Difesi dagli avvocati Giuseppe Maturo e Salvatore Verrillo, entrambi erano stati destinatari di una richiesta di arresto in carcere alla quale nel novembre 2016 il gip Flavio Cusani, che aveva fatto altrettanto anche a luglio, aveva detto no “per insussistenza dei gravi indizi”.

Una pronuncia confermata dal Riesame nello scorso giugno e, un mese fa, dalla Cassazione, che ha respinto, giudicandolo inammissibile, il ricorso presentato dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto Maria Scamarcio contro l'ordinanza del Tribunale della libertà.

Come più volte ricordato, Daniel è accusato di aver abusato di Maria e di averla uccisa con l'aiuto della sorella, gettandola nell'acqua, perchè temeva che lei potesse rivelare le 'attenzioni' sessuali che avrebbe subito. Una ricostruzione aspramente contestata, oltre che dalla difesa, anche dal Gip e dai giudici del Riesame. Questi ultimi, in particolare, avevano sottolineato che “la massima incertezza circonda perfino le modalità di svolgimento del fatto e la sua stessa natura di omicidio, non potendosi ragionevolmente escludere altre possibilità, perfino quella dell'evento accidentale”. Non è stato dimostrato, dunque, secondo il Riesame, che sia stato un delitto, e lo stesso riguarda anche l'accusa, «non solo non dimostrata, ma improbabile e in contraddizione con il contesto » di abusi sessuali a carico di Daniel. Un versante, quest'ultimo, sul quale, a detta del Tribunale, non sono state battute tutte le piste.

Oltre che dall'incarico ad Introna, l'indagine è stata scandita nei mesi scorsi anche dai rilievi acustici effettuati nella piscina e dall'ulteriore escussione di alcuni testimoni. Tappe alle quali si aggiunge, ora, la riesumazione di Maria, disposta in un'inchiesta che, a distanza di diciassette mesi, resta ancora senza una soluzione.

Esp