E' rimasto a bocca chiusa dinanzi al giudice Flavio Cusani, che avrebbe dovuto interrogatorio per rogatoria del gip del Tribunale di Perugia Livia Brutti, Unity Edokpor (avvocato Roberto Pulcino), 21 anni, nigeriano, arrestato dalla Squadra mobile di Benevento nell'indagine dei colleghi perugini e della Dda su una presunta tratta di esseri umani, prevalentemente di donne sbarcate sulle coste italiane dalla Nigeria attraverso la rotta libica e poi avviate alla prostituzione con minacce, aggressioni fisiche ed intimidazioni con il ricorso anche ai riti voodoo.
Otto le persone – cinque uomini e tre donne, tutti nigeriani – finite in carcere: tra loro il 21enne, fermato in un centro di accoglienza a Telese Terme di cui era ospite come richiedente asilo. Gli altri provvedimenti erano invece stati eseguiti tra il capoluogo umbro,Treviso e Prato.
Le accuse a vario titolo vanno dall'associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani ed alla riduzione in schiavitù, aggravata dalla transnazionalità, al favoreggiamento e allo sfruttamento della immigrazione clandestina e della prostituzione; alla rapina e all’estorsione ai danni delle connazionali riottose a prostituirsi per il pagamento del “debito d’ ingaggio”, e al procurato aborto per una giovane prostituta.
L'indagine era stata avviata nel giugno del 2016, dopo la denuncia di una ragazza nigeriana che in Questura aveva riferito di essere stata costretta a prostituirsi per pagare circa 10.000 euro agli organizzatori della tratta di esseri umani che dalla Nigeria, dopo uno “stoccaggio” nei cosiddetti ghetti della Libia, portava su barconi, spesso fatiscenti, i clandestini in Italia.
Esp