Ha respinto la pesante accusa che le è piovuta addosso: sfruttamento della prostituzione minorile. Il suo difensore – l'avvocato Alfredo Lo Pilato – ha chiesto che non fosse convalidato l'arresto per l'assenza del requisito della flagranza, puntando il dito anche contro l'assenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico della sua assistita. Che, da parte sua, ha offerto una versione dei fatti opposta a quella degli inquirenti. Una ricostruzione che il gip Gelsomina Palmieri non ha evidentemente ritenuto credibile, e per questo ha lasciato in carcere, così come proposto dal pm Patrizia Filomena Rosa, la 62enne di Apice fermata sabato dalla Squadra mobile.
La donna è comparsa questa mattina dinanzi al giudice, sostenendo che le due ragazze del posto- – una 15enne ed una 16enne- vanno da un pezzo a farle visita. Le fanno compagnia, spesso usano il suo cellulare per inviare messaggi sui social. Lei – ha aggiunto - vive da sola in quell'abitazione in cui avevano fatto irruzione gli agenti del vicequestore Emanuele Fattori, sorprendendola in compagnia di una delle minori. Nessuna traccia, invece, dei tre giovani che in precedenza avevano avuto accesso a quell'appartamento, successivamente identificati – e denunciati per concorso nella stessa ipotesi di reato- attraverso i telefonini. Tre giovani che avrebbero ammesso di conoscere e di aver frequentato la 15enne e la 16enne.
Le loro dichiarazioni, e quelle- praticamente dello stesso tenore - di una delle ragazze, supportano l'impianto accusatorio nei confronti della 62enne. Lei avrebbe avuto rapporti sessuali con i tre clienti in cambio di poche decine di euro o della promessa di farli entrare in contatto con la 15enne e la 16enne. Due giovanissime alle quali sarebbe stato 'raccomandato' di non raccontare ciò che succedeva, che avrebbero obbedito per paura che venissero divulgate eventuali riprese dei loro incontri.
Esp
