Maria, "la pena per la sua sorte non giustifica scorciatoie"

Il Riesame: nessun elemento dimostrato interamente. Incertezza su omicidio, non escluso incidente

San Salvatore Telesino.  

“La gravità dei fatti, e la pena per la sorte della povera vittima, non giustificano peraltro scorciatoie, né una meno rigorosa valutazione della prova”: Si chiudono così le 38 pagine della decisione con la quale il Riesame ha respinto, “in quanto infondato”, l'appello della Procura contro il no del Gip all'arresto dei due fratelli rumeni indagati per la morte della piccola Maria.

“E' noto che a fondamento di un'ordinanza cautelare – scrivono i giudici della decima sezione - non necessariamente debbano esservi delle 'prove' dirette, ma anche solo un complesso di prove esclusivamente indirette, purchè queste possano essere significative al pari della prova rappresentativa, ed è altresì noto che ciò che qualifica l'indizio non è né la fonte né l'oggetto della prova ma il suo contenuto e il suo grado di persuasività”.

Secondo il Riesame, “nel caso di specie, tuttavia, l'accusa si fonda su un complesso di elementi nessuno dei quali di per sé interamente dimostrato, cosicchè la valutazione unitaria di tutti gli elementi non produce risultati indiziariamente interessanti, perchè ciascun elemento di cui il compendio si compone ha tali margini di incertezza (e tante e fondate possibilità alternative) che una ricostruzione dei fatti fondata su di essi risulterebbe azzardata, troppe essendo le coincidenze che dovrebbero essersi realizzate perchè i fatti si possano affermare realizzati proprio come ritiene l'accusa”. Soprattutto quando, come nel caso di specie, “la massima incertezza circonda perfino le modalità di svolgimento del fatto e la sua stessa natura di omicidio, non potendosi ragionevolmente escludere altre possibilità, perfino quella dell'evento accidentale. Risulta inoltre trascurata una importante pista investigativa, connessa a certi comportamenti dei genitori”.

Esp