Droga comprata in Marocco, trasferita in Spagna e poi in Italia, per essere spacciata. Tappe di una rotta che la Dda di Napoli e i carabinieri della Compagnia di Montesarchio ritengono di aver definito con il blitz scattato all'alba. Hashish, soprattutto, ma anche cocaina e marijuana nascosti nel fegato degli animali trasportati o affidati alle mani di anziani che da Madrid venivano in pullman in visita a Roma.
Pezzi di un mosaico composto attraverso un lavoro paziente, durato anni. Iniziato nel 2012 e fatto di intercettazioni e di sequestri: oltre una tonnellata di stupefacenti tolti al mercato., Un 'giro' che gli inquirenti sono convinti di aver ricostruito. Punto di partenza Ceuta, enclave spagnola in territorio marocchino e 'base' di cittadini, prevalentemente marocchini, con nazionalità spagnola. Una cittadina diventata l'incrocio delle attività di coloro che si occupavano dell'accaparramento degli stupefacenti e di quanti erano addetti alle fasi successive.
Nel mirino finisce il ruolo di Antonio Minauro, che sarebbe stato il principale approvvigionatore di 'roba'. Sarebbe stato lui a raggiungere a piedi 'la montagna', una zona impervia dopo il confine tra Ceuta e il sud del Marocco, superando ogni controllo in virtù della fiducia di cui godeva, ad incontrare il capo della zona e a scegliere la qualità della droga, a stabilire il prezzo e a pagare. Ottenendola, spesso, anche a credito. Toccava poi allo stesso capo far arrivare il carico al porto di Ceuta, e non solo, e, poi, in Spagna. A Madrid, Malaga e Barcellona, dove Minauro avrebbe organizzato il trasporto in Italia con camion di ditte ed imprenditori, tra i quali Goglia Calabrese. E' impegnato nell'export-import di carne congelata, secondo l'accusa sarebbe stato lui a mettere a disposizione sia i suoi conti correnti, dove sarebbero transitati i soldi che Minauro avrebbe usato per la 'spesa', sia i viaggi delle carni che trattava, tra le quali sarebbe stata infilata la droga.
Nell'ordinanza il gip si sofferma anche sui guadagni realizzati dalla vendita di hashish: 150-300 euro al chilo il costo per comprarlo in Marocco, più alto – 850-1300 euro al chilo- in Spagna. In Italia, invece, il valore saliva a 1600-2000 euro al chilo, all'ingrosso, fino a toccare, al dettaglio, anche quota 5000. Un dato legato anche alla piazza di smercio: Benevento, Montesarchio, Napoli, Avellino e Caserta. Attenzione puntata anche sui 'rischi d'impresa': se il trasporto falliva in Spagna, il peso ricadeva sugli esponenti marocchini e non sugli acquirenti, che invece dovevano sopportarlo, dopo aver sborsato il denaro, se la droga andava persa dopo il carico dei camion in Spagna.
Esp