“Ci sentiamo tristi e angosciati nel dolore. È il momento in cui l'uomo si trova di fronte alle barbarie della società in cui viviamo. La morte è una cosa comune ma la modalità con cui è avvenuta quella di Antonio è una cosa deplorevole e non ammissibile in una società civile”.
Con queste parole Padre Luciano Benedetto ha introdotto l'omelia per i funerali di Antonio Iarossi, 59 anni, l'imprenditore di Airola brutalmente ucciso in Portogallo dove gestiva una fabbrica di marmi.
Questa mattina alle 9 i familiari hanno portato in chiesa l'urna con le ceneri di Antonio, originario di Castelvetere in Valfortore, ma residente da anni ad Airola.
Durante i funerali il parroco si è più volte rivolto ai familiari di Antonio e a tutta la comunità per richiamare la loro attenzione sulla momento particolare sulla fase particolare che stiamo attraversando: “Ci rendiamo conto in che mondo viviamo? Come si può uccidere una persona, come si può inveire in quel modo?”, ha detto facendo riferimento al fatto che dopo l'omicidio, l'assassino dell'imprenditore ha cercato di disfarsi del corpo con una sega utilizzata in fabbrica per tagliare il marmo. “Una barbarie deplorevole” ha tuonato padre Luciano che ha poi invitato tutti a pregare e a riflettere sulla pace.