Da una parte la dottoressa Natascia Pascale, di Foggia, che ha il compito di procedere all'autopsia su incarico del sostituto procuratore Francesca Saccone; dall'altra i professori Paolo Arbarello e Piero Ricci, indicati, rispettivamente, dal medico indagato (è difeso dall'avvocato Antonio Di Santo) e dai familiari (rappresentati dall'avvocato Stefano Maccioni) di Domenico Cassella, 32 anni, lo chef di Cusano Mutri morto la sera dello scorso 2 marzo. Un dramma che ha avuto una vasta eco perchè la vittima era molto conosciuta ed apprezzata per il modo in cui svolgeva il suo lavoro nel locale che gestiva.
Secondo una prima ricostruzione, il 32enne avrebbe accusato un dolore ad un braccio che lo avrebbe spinto a chiedere una visita al medico finito sott'inchiesta, che conosceva. Il professionista, a quanto pare incrociato per strada, gli avrebbe praticato un elettrocardiogramma e, poi, gli avrebbe consigliato di raggiungere un ospedale per sottoporsi ad alcuni esami del sangue. Una volta tornato al ristorante, Domenico Cassella era stato colpito da un malore che non gli aveva dato scampo. Inutile qualsiasi tentativo di rianimarlo. Poi, la denuncia dei congiunti e l'avvio dell'indagine.
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