"Quel giorno che Fidel Castro mi strinse tra le sue braccia"

Elena Riveiro, spagnola, vive a Pietrelcina. Lei e la sorella ricordano il Lìder maximo

Pietrelcina.  

L'emozione, fortissima, corre lungo il filo del telefono. Il collante è la notizia che da ore sta rimbalzando su tutti gli organi di informazione del mondo: la morte di Fidel Castro. Per Elena ed Eulogia Riveiro il Lìder maximo era molto più che il simbolo della rivoluzione comunista a Cuba. Perchè rimanda alla loro infanzia in Spagna, la terra nella quale sono nate.

Eulogia ha settantatre anni e vive in Germania, Elena abita invece a Pietrelcina. In Italia dall'82, da oltre quarant'anni è sposata con Vincenzo Girardi (insieme nella foto), con il quale conduce con successo un'attività di trasformazione carni. L'orologio torna indietro, attraverso le parole di Elena si ferma d'incanto alla metà degli anni '50. Fidel Castro è in esilio, a Vigo conosce, tramite alcuni amici, la famiglia Riveiro. Il papà di Elena ed Eulogia è un industriale chimico, il nonno un architetto che ha firmato numerose opere importanti. Gente molto nota e particolarmente accreditata, alla quale la dittatura franchista riserverà tantissime amarezze. “Eravamo proprietari di una nave che fu requisita per trasportare gli oppositori nei luoghi nei quali venivano uccisi... Decisero, ad un certo punto, di restituircela, ma non l'accettammo pensando all'orrore che si era consumato in quello scafo...”.

Nel breve periodo in cui resta a Vigo, Fidel, non ancora trentenne, diventa uno di casa per i Riveiro. Al punto da essere invitato alla cerimonia per il battesimo di Elena. Lei, in fasce, lo ha appreso dal racconto di Eulogia che all'epoca era all'incirca tredicenne. “Sapesse quante volte mi ha ripetuto che quel giorno lui mi aveva stretto a lungo tra le sue braccia...”. Elena parla correttamente più lingue, la conversazione a distanza restituisce un mix di spagnolo e tedesco. Dalla memoria di Eulogia affiorano, anche se inevitabilmente frammentati dal trascorrere del tempo, alcuni episodi. Soprattutto le discussioni nelle quali Fidel si intratteneva con i suoi genitori, che hanno anche due maschi. “Amava scherzare, ai miei occhi di ragazzina sembrava molto più alto. Era davvero una figura imponente...”. Una presenza breve ma indimenticabile tra quelle mura, un'esperienza trasmessa da quel momento, man mano che cresceva, ad Elena, che la conserva gelosamente nel suo cuore. Come le poesie in galiziano scritte dal padre, che a Fidel piaceva ascoltare mentre lui le declamava.

Esp