Paupisi è un paese a rischio idrogeologico: servono interventi

Il sindaco Coletta: "Ora servono studi e progetti finanziati per mettere in sicurezza il paese"

Paupisi.  

Paupisi, lo abbiamo scritto più e più volte è uno centri della provincia sannita più colpito dall'alluvione dello scorso 15 ottobre. Strade, case, infrastrutture in genere sommerse da oltre due metri – di media – di fango e ancora di più dalle pietre e dai detriti trasportati a valle dalla furia dell'acqua scesa dal monte Pentime, del comprensorio Taburno – Camposauro. Danni enormi e allo stato ancora non calcolati con precisione. Il sindaco di Paupisi, Antonio Coletta, dopo ormai 11 giorni di emergenza guarda avanti. “Stiamo uscendo dalla crisi acuta. Questo non significa che abbiamo risolto i nostri problemi. Anzi, ora entriamo nella fase più difficile. Il calcolo dei danni e gli eventuali risarcimenti per lo stato di emergenza (per case, infrastrutture e attività commerciali ndr) e quello di calamità che invece mira al futuro risarcimento dei danni provocati ai terreni”.

Coletta, però, mette l'accento su un particolare importante: “Paupisi è a rischio. Bisogna risolvere o almeno attenuare il grave problema idrogeologico del paese. Bisogna immediatamente reperire fondi per mettere in sicurezza i valloni che devono convogliare l'acqua che scende dalla montagna. Una situazione di criticità importante”. E precisa con voce ferma: “Come amministratore voglio subito precisare che a Paupisi non ci sarà spazio per i cosiddetti assalti alla diligenza. Non vogliamo finanziamenti a pioggia. I tecnici vengano a fare sopralluoghi mirati in montagna e a valle e valutino bene la situazione per poi elaborare e finanziare progetti concreti che mirano a mettere in sicurezza il paese che ha subito danni enormi. Il Governo centrale deve stanziare i soldi che ci spettano. Non un euro in più”.  

Al.Fa