Aggressione al Comune di S. Angelo a Cupolo, la solidarietà della Cgil

"Dalla parte dell’operatrice aggredita e riflessione sullo stato dei servizi pubblici"

aggressione al comune di s angelo a cupolo la solidarieta della cgil
Benevento.  

“Lo stato taglia i servizi e le risorse depauperando i territori e le popolazioni, e a farne le spese sono ancora una volta i pubblici dipendenti, messi lì quasi come in una trincea, a dover fare da cuscinetto tra servizi tagliati e le necessità della gente, necessità sempre più crescenti”.

Così con una nota il Il segretario generale della Fp Cgil, Domenico Raffa interviene sull'episodio registrato ieri nel comune di Sant'Angelo a Cupolo (LEGGI ARTICOLO) dove un'assistente sociale è finita al centro dell'ira violenta di un uomo che la riteneva responsabile della revoca del reddito di cittadinanza, abolito invece dal Governo ormai da tempo.

“All’assistente sociale, naturalmente priva di ogni responsabilità per via di una misura presa in ambito governativo, va tutta la solidarietà della FP CGIL” ha rimarcato Raffa che rimarca: “Troppo spesso ci stiamo abituando ad atti violenti, aggressioni inaccettabili ai danni del personale che opera nei servizi pubblici, il più delle volte, in quelli essenziali che resistono grazie allo spirito e alla abnegazione dei lavoratori pubblici che si trovano spesso a pagare colpe che non sono loro ma di chi, in nome dell’economia e della spending review, conosce solo un modo per operare attraverso i tagli lineari che colpiscono i cittadini e soprattutto quelli più vulnerabili.

Non basterà solo la sicurezza nei luoghi di lavoro e la prevenzione dei fenomeni di violenza in tali contesti, che auspichiamo anche in termini di superamento di un modello culturale che antepone l’aggressività al dialogo, ma occorre ragionare su nuovi modelli sociali che mettano al centro il lavoro, il servizio pubblico, la persona e i suoi bisogni.
I cittadini lasciati in assenza di quei servizi così vitali per la loro sopravvivenza, si pensi alla sanità (principalmente quella della emergenza ) dove tali episodi si ripetono sempre più spesso, e dove le persone presenti, lavoratori e lavoratrici, quelle che ci mettono la faccia nel compiere il loro dovere, si trovano poi a pagare per delle responsabilità legate a scelte di privazione calate dall’alto, da quelle vette di un potere talmente cinico da consentire lo smantellamento del welfare”.