In un locale di Firenze dove si sta festeggiando il nuovo anno con una serata karaoke non gli consentono di cantare una canzone in napoletano e lui lascia la location con i suoi amici. E la singolare storia che racconta Pasquale, di Benevento. “Il motivo? Si tratterebbe di una scelta del proprietario, il quale gradirebbe altri tipi di canzoni – spiega Pasquale -. Forse non sa che le canzoni napoletane sono tra le più amate e ascoltate in tutto il mondo. O forse lo sa, il che è anche peggio”.
Pasquale racconta l'accaduto: “Insieme ad un gruppo di amici, decido di trascorrere il Capodanno a Firenze. La sera del 1° gennaio 2025, dietro suggerimento, mi avventuro, per brindare al nuovo anno, in questo locale. Una volta entrato, scopro che il posto propone il karaoke a tutti i clienti: infatti, si alternano canzoni di tutti i tipi, dai classici italiani, alle canzoni americane, passando per i nuovi generi musicali. Entusiasta di questa proposta, pur non essendo un professionista, ma un semplice appassionato, mi metto in fila e, giunto il mio turno, propongo una canzone napoletana piuttosto nota: il mio intento era, infatti, quello di far partecipare e intrattenere il folto pubblico in sala, che si presentava piuttosto eterogeneo, con la presenza anche di americani e tedeschi.
Una volta salito sul palco del locale, inserisco il titolo della canzone sul computer per far partire il karaoke; immediatamente, l’addetto all’evento, avendo notato dal titolo che si trattava di una canzone in lingua napoletana, mi impedisce di continuare, avvertendomi che non si può cantare in napoletano. A quel punto, chiedo immediatamente spiegazioni e lui risponde che si tratta di una scelta del proprietario del locale, che consente di cantare solo in italiano, francese, inglese e tedesco, ma non anche in napoletano. Quasi come se, in quel locale, proprio il napoletano fosse la lingua “straniera”! Infastidito dalla risposta, sostengo che si tratta di una scelta palesemente discriminatoria, così lasciando il palco e il locale, seguito dal mio gruppo di amici, che hanno capito nonché condiviso la mia scelta.
Insomma – continua Pasquale -, un pessimo inizio di anno nuovo, in cui l’entusiasmo e il sano divertimento trovano un ostacolo insormontabile in vecchie e mai sopite divisioni. Certo, che accada in locale della città che ha dato i natali al più grande Poeta di tutti i tempi, può immaginare come faccia ancora più rabbia. Ma l’indignazione non può bastare, occorre una seria denuncia. Perché nel 2025 non è possibile censurare un’espressione culturale così importante come la musica napoletana. E non si dica che si tratta di una scelta commerciale, perché se è vero che i locali possono scegliere come impostare lo svolgimento della propria attività, allo stesso tempo è vero anche che non possono operare questo tipo di discriminazioni ingiustificate”.
E' amareggiato Pasquale e con lui anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella che attraverso la sua pagina Facebook scrive: “Leggo che a Firenze hanno vietato ad un ragazzo beneventano di cantare in dialetto napoletano, in un locale. Depreco questo atto, stupido, razzista e colmo di incultura musicale. 'O sole mio è la canzone italiana più conosciuta al mondo. Questa forma di strisciante razzismo che si inietta pure nei gusti musicali è stupida, preoccupante e velenosa. Temo l'anno scorso abbia colpito anche Geolier che avrebbe meritato una vittoria a Sanremo che gli è stata soffiata ingiustamente”.