Interviene il comitato sannita Abc con Marilina Mucci sull'approvazione da parte del consiglio comunale di Guardia Sanframondi della proposta di legge regionale sull'acqua pubblica e contro i cambiamenti climatici. Nel merito il Comitato scrive: "Il Consiglio comunale di Guardia Sanframondi, il 1° agosto 2024, ha finalmente approvato, anche se non all’unanimità, il sostegno alla proposta di legge regionale di iniziativa popolare contro i cambiamenti climatici, rinviato, nella seduta precedente, per la richiesta di alcuni consiglieri di avere più tempo per analizzare la proposta e, soprattutto, aspettare la legge predisposta dalla Regione Campania.
Il Comitato sannita Acqua Bene Comune esprime soddisfazione per l’approvazione della mozione presentata dal consigliere Massa, a cui esprime la propria gratitudine per la sensibilità e l’impegno per la difesa dei diritti e dei beni comuni.
Come ricordato dal consigliere Massa, la proposta di legge, promossa da molte associazioni culturali, sociali e di volontariato, da forze politiche e sindacali e singole personalità, nasce dalla necessità della lotta contro i cambiamenti climatici e interviene su capitoli fondamentali come lo stop al consumo di suolo, il riassetto idrogeologico, energia pulita, acqua pubblica, agricoltura sostenibile, valorizzazione delle aree interne.
L’idea di fondo è che, nella lotta contro i cambiamenti climatici, serve una radicale riconversione ecologica di economia, società, organizzazione dei centri urbani in una regione in dissesto idrogeologico, con livelli elevati di inquinamento dell’aria, stato pietoso di tanti corsi d’acqua e tratti di costa, e un dissennato consumo di suolo, non contrastato dalla recente legge urbanistica della Regione.
Ci hanno colpito, però, alcune affermazioni del sindaco e altri consiglieri. Il Consiglio è cominciato con la denuncia, da parte dell’opposizione, di una politica sempre più lontana dai cittadini e poco attenta alle reali esigenze del territorio. Non solo l’opposizione ha denunciato questa situazione. Anche il sindaco ha cominciato il suo intervento mostrando preoccupazione, ma poi, nel corso del suo lungo ed enfatico discorso, ha difeso scelte e azioni dell’amministrazione, anche del passato, sempre giuste, ma‘non capite’ dai cittadini.
Noi pensiamo, invece, che i cittadini capiscono eccome, e criticano ciò che considerano sbagliato. Non vogliamo citare tutto il discorso, ma non possiamo non indignarci per alcune affermazioni che consideriamo particolarmente gravi, e che ci confermano, ancora una volta, che anche il sindaco, come purtroppo la maggioranza dei politici, non ascolta e non favorisce la partecipazione dei cittadini e ignora le proposte volte a spingere la politica a cambiare e agire a difesa dell’ambiente e della vita delle persone e dei territori.
Non abbiamo sentito nessuna proposta concreta, ma il sindaco non ha dimenticato di ribadire che la gestione pubblica dell’acqua non è possibile perché il pubblico è incapace e fallimentare.
Ci chiediamo come sia possibile continuare a difendere il privato di fronte a tanti esempi di cattiva gestione dei privati, tra cui Gesesa, e necessità di ripubblicizzazione in tante realtà, persino in grandi città europee come Parigi e Londra, dove lo stato si è dovuto accollare anche i debiti accumulati dalle società private, oltre che le spese per riparare i danni causati da mancata manutenzione e ammodernamento delle condutture.
I privati lavorano per fare i propri interessi ed è uno scandalo permettere loro di fare profitti sul bene comune essenziale per la vita e sempre più scarso per le conseguenze dei cambiamenti climatici.
Solo la gestione pubblica può garantire la difesa di questo bene nell’interesse dei cittadini e della preservazione della natura.
Se un amministratore pubblico ritiene che il pubblico sia fallimentare, dovrebbe, per onestà, ammettere che non è la società pubblica il problema. Il problema sono i politici che si fanno eleggere, ma poi niente fanno per rivendicare un ruolo attivo nella gestione della cosa pubblica. Le esternalizzazioni dei servizi essenziali, diritti garantiti dalla nostra costituzione, sono la prova della rinuncia a svolgere il proprio ruolo di garanti del benessere dei propri amministrati.
Non ci meravigliamo della sfiducia e del distacco dei cittadini, abbandonati e ignorati da chi dovrebbe agire in loro favore.
I comuni lamentano mancanza di risorse umane e finanziarie. Siamo consapevoli dei problemi e ostacoli che devono affrontare, ma non possiamo non notare che, invece di attivarsi per cercare di cambiare questo stato di cose, gli amministratori lo usano per giustificare la loro inerzia e il loro limitarsi all’amministrazione ordinaria.
Noi crediamo che la gestione diretta di servizi, come l’acqua, i rifiuti, il SAI, sarebbe un modo di avere risorse e usarle per garantire servizi migliori e, soprattutto, creare possibilità di lavoro e crescita del paese. Ci sono tanti giovani qualificati che potrebbero usare le loro capacità per migliorare il paese e i servizi, e non essere costretti a cercare lavoro altrove.
Perché presentarsi alle elezioni, farsi eleggere, e poi delegare ad altri i propri compiti? Non sarebbe più onesto non presentarsi, se non si ha voglia di governare per il bene comune?
Il sindaco, nella sua presentazione di sé come democratico, ha anche affermato che prima di sostenere la proposta di legge, si dovrebbe discuterla con i cittadini.
Ma il sindaco sa che, per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare, c’è bisogno di raccogliere le firme degli elettori?
Le firme necessarie sono state raccolte e la proposta è già stata presentata alla Regione. Anche a Guardia c’è stata la raccolta delle firme e si è tenuto un incontro pubblico sulla proposta, per cui i cittadini sono stati informati e invitati a discutere la proposta prima di firmare.
Tante associazioni, forze sindacali e politiche si sono impegnate per scrivere e presentare la proposta di legge e ora si impegneranno per farla approvare. La Regione non può non discuterla e votarla.
Abbiamo il diritto e il dovere di rigenerare i nostri territori e la politica. Gli amministratori non possono essere meri esecutori di decisioni imposte da altri a beneficio di pochi e ignorare i bisogni e i diritti dei propri amministrati.
Devono essere al servizio dei cittadini, garantire la loro partecipazione alle scelte fondamentali per l’ambiente ed il benessere di tutti, ascoltare le loro proposte e attivarsi insieme a loro per garantire le condizioni necessarie ad una vita sana e rispettosa della natura e delle persone.
Il movimento che ha portato alla proposta di questa importante legge dimostra che c’è sempre più consapevolezza e determinazione a portare avanti battaglie giuste e pretendere azioni concrete non più rinviabili. La politica deve rispettare la volontà dei cittadini e rendere conto delle mancate risposte".