Ospedale Sant'Agata, esplode la rabbia: attiviste chiedono incontro urgente

"Chiare le intenzioni di De Luca, non saremo a Napoli. Martedì sindaco e deputazione ci incontrino"

Nel video l'incontro di giovedì scorso tra i cittadini, sindaci, deputazione e comitato dopo la decisione di chiudere il Pronto Soccorso del De Liguori alle 18. Dalle immagini le dichiarazioni dei politici e la rabbia dei cittadini

Sant'Agata de Goti.  

La situazione per l'ospedale di Sant'Agata de' Goti era già delicata. Gli animi tesi di cittadini e amministratori erano palpabili. Dopo le parole di ieri sera del presidente della Regione De Luca, oggi la rabbia è sicuramente aumentata.

In mattinata gli attivisti del comitato a difesa del presidio ospedaliero hanno chiesto con urgenza un incontro con tutti i sindaci e la deputazione sannita.

“Vista la situazione dell'ospedale Sant'Alfonso, noi attiviste Pina De Masi, Margherita Rossano e Michela Ottobre chiediamo un incontro con tutti i Sindaci dei paesi che impattano con il Sant' Alfonso, , maggioranze e minoranze, con l'onorevole Rubano e il senatore Matera, con i comitati, con le associazioni dei territori, con le parrocchie.
Vi chiediamo di incontrare noi cittadini già martedì, dopo l'incontro De Luca, nonostante il suo video messaggio in cui sono evidenti le sue intenzioni. Noi non verremo a Napoli, la lotta si deve fare qui, sul territorio che conosciamo e dove sappiamo come muoverci!
Luogo ed orario dell'incontro lo decida il nostro sindaco di Sant'Agata (Riccio ndr), si può optare per la nostra bellissima Sala Consiliare, l'ex Cinema Italia, oppure l'androne del Sant'Alfonso.
Inutile ripetere sempre le stesse cose, i cittadini sono stufi, ora servono azioni forti e determinate.
Mi rivolgo ora ai Cittadini di tutti i comuni coinvolti, iniziate ad assumervi anche voi le vostre responsabilità, poiché se in quella famosa tenda nel 2019 invece di quelle 10/12 persone, che allo stremo delle loro forze sono state capaci di farsi firmare e approvare un decreto ovvero il 41/2019, eravate tutti presenti, oggi le cose sarebbero andate diversamente, oggi avremmo un ospedale funzionante, vediamo di non scaricare la colpa sempre sugli altri, ognuno ha le sue responsabilità e voi compaesani forse anche più dei politici. A voi ci rivolgiamo perché ora abbiamo bisogno di guerrieri e no di persone che comodamente da casa loro da una tastiera di un PC o dallo smartphone si sdegnano scrivendo, ma restano li a scrivere.
Noi stiamo valutando le varie azioni da fare, e vorremmo condividerle con voi per una lotta "comune", ma ricordate che con o senza di voi andremo avanti, le catene sono sempre pronte, certo che se si riuscisse ad essere realmente uniti, mettendo realmente da parte la politica, e non un unione di sola facciata, all'obiettivo ci arriviamo molto prima.
A quelli che: "ormai non c'è più niente da fare" statevene a casa vostra, a noi servono persone propositive”.