Ambulanze senza medico, Cimo Fesmed: scelta non necessaria e inaccettabile

L'utilizzo delle prestazioni aggiuntive garantirebbe il servizio

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Benevento.  

"La carenza di medici del 118 non giustifica la decisione della ASL di Benevento di demedicalizzare tutte le ambulanze e di ampliare l’esternalizzazione con sei auto mediche. I 48 medici in servizio sui 78 previsti, corrispondenti al 62% della pianta organica, sono in grado di garantire un’ampia copertura dei turni con l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive che rappresentano l’unica soluzione immediata per non tagliare i servizi all’utenza".

Così una nota del Cimo Fesmed, a firma del Segretario di Sezione ASL BN Emilio Tazza.

"Negli ultimi mesi - prosegue- sono stati approvati ben tre provvedimenti di legge (DL 30 marzo 2023, c.d. Decreto Bollette, L. 26 Maggio 2023 n. 56; L. 30.12.2023 n. 213 di Bilancio dello Stato) finalizzati ad incentivare l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive “per affrontare la carenza di personale medico e per ridurre le esternalizzazioni”. Il management della ASL di Benevento, in contrasto con i sopracitati provvedimenti di legge, fa l’esatto contrario cioè propone di eliminare le prestazioni aggiuntive e di ampliare le esternalizzazioni con un incremento della spesa annua di circa 1,5 milioni di euro. Ad aumentare le difficoltà per la copertura dei turni concorre la decisione del management di non consentire ai medici di raggiungere la durata massima dell’orario di lavoro che il d.lgs n. 66/20023 fissa in 48 ore settimanali. 

La demedicalizzazione, tutt’altro che necessaria, è inaccettabile se si considera che, con la sperimentazione avviata il 1 Luglio scorso, si è venuto a determinare un vero e proprio depotenziamento dell’emergenza sanitaria con gravi squilibri di copertura territoriale. Gli eventi avversi si sono susseguiti soprattutto nelle aree interne dove l’auto medica e l’ambulanza non giungono mai contemporaneamente sul luogo della chiamata, i tempi dell’intervento medico risultano aumentati, i pazienti in codice rosso ad elevato grado di mortalità sono trasportati verso l’ospedale senza l’assistenza medica. E’ evidente che nel Sannio, caratterizzato da zone montagnose a popolazione sparsa, viabilità difficile e con limitata disponibilità di servizi sanitari, non può funzionare il modello della demedicalizzazione importato dalle aree metropolitane ad elevata densità abitativa, con strutture ospedaliere a portata di mano e tempi di percorrenza ridotti. Gli effetti distorsivi e drammatici che si sono verificati in questi mesi di parziale demedicalizzazione contrastano con l’obiettivo primario del servizio pubblico che è quello garantire livelli uniformi di assistenza e di perseguire il miglioramento della qualità, dell’appropriatezza e sicurezza delle cure. Sono queste le ragioni alla base delle contestazioni che si sono avute in questi mesi da parte di Sindaci e Consiglieri Comunali, Rappresentanza politica trasversale, Ordine dei Medici, Sindacati, Associazioni, petizioni popolari.

L’ASL di Benevento non appare più attrattiva per il servizio 118 né sembra essere estranea alla situazione attuale che registra grave carenza d’organico. Non sono garantite incentivazioni, valorizzazione e sviluppo delle professionalità. I medici del 118 sono esclusi perfino dagli obiettivi formativi che l’azienda ha l’obbligo di garantire a ciascun dipendente. E’ per questi motivi che negli ultimi mesi abbiamo assistito alla fuga di ben sette medici 118 tra pensionamenti anticipati e trasferimenti. 

C’è da chiedersi per quale motivo la ASL si ostina caparbiamente a perseguire la scelta della demedicalizzazione che comporta fuga dei medici, determina un notevole aumento della spesa, peggiora il servizio e agisce in disarmonia con i principi ispiratori delle predette disposizioni di legge".