Aree interne: vescovi della Metropolia di Benevento lanciano La sfida possibile

Mobilità, connessione e lavoro al centro del documento presentato oggi alla curia

aree interne vescovi della metropolia di benevento lanciano la sfida possibile
Benevento.  

Le fragilità delle aree interne al centro dell'agenda amministrativa, politica e sociale. Dopo 5 anni dalla lettera 'Mezzanotte del Mezzogiorno?' i vescovi della Metropolia di Benevento rilanciano la battaglia e consegnano alla società civile un nuovo documento.
E' “La sfida possibile” in cui Felice Accrocca, arcivescovo metropolita di Benevento, Arturo Aiello, vescovo di Avellino, Pasquale Cascio arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, Giuseppe Mazzafaro vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti, Sergio Melillo vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia e Riccardo Guariglia Abate di Montevergine chiedono di non abbandonarsi alla rassegnazione per consentire la rinascita del territorio.
“Dopo la prima lettera di cinque anni fa – ha spiegato l'Arcivescovo Accrocca – si è presa maggiore consapevolezza della questione. Ora, però, oltre a parlarne dobbiamo agire senza farci prendere dalla rassegnazione. Questo territorio sta morendo perchè è scollegato. Dobbiamo assolutamente cambiare le cose”. E infatti il documento presentato oggi alla curia di Benevento pone tra i temi centrali “Connessioni, mobilità e lavoro”. Temi al centro del Forum delle aree interne 2024 che si terrà nei giorni 6 e 7 maggio al Centro “La Pace” di Benevento ed avrà come tema “Alta velocità. Partire, tornare… forse restare” in cui si parlerà in particolare de “la conclusione di opere come l’alta velocità/capacità ferroviaria e le nuove infrastrutture digitali, per i significativi vantaggi in chiave di mobilità e di lavoro a distanza che esse promettono”. Grandi protagonisti dell'evento i giovani.

Fermare la fuga dei giovani

“I giovani vanno via? Sono costretti. Non è una disaffezione verso il territorio ma una necessità – rilancia il vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti, Giuseppe Mazzafaro – ma non è un destino. Però bisogna intervenire attraverso l'intervento di più attori. Noi come chiesa ci siamo perchè accogliamo le istanze delle persone: la domanda degli anziani soli perché i figli sono al Nord, la domanda degli ammalati senza assistenza, la domanda dei paesi che si svuotano. Il grido di aiuto delle persone”.
E' tempo di visioni aggiunge ancora Sergio Melillo vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia “Dobbiamo superare la rassegnazioni e sollecitare la comunità a nuove prospettive”. E sulla vicenda dell'Industria Italiana Autobus: “E' una grande difficoltà, oggettiva e concreta, quella affrontata dalla IIA e da tante altre aziende che hanno risorse straordinarie dal punto di vista manifatturiero, industriale e progettuale che però vengono emarginate in un territorio che sembra essere condannato all'isolamento. Il nostro impegno deve essere un invito a dare coraggio e questa sfida che è davvero possibile”.

Il documento “La sfida possibile”

«Figlio dell’uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia» (Ez 3,17). Sentiamo rivolte anche a noi le parole dette al profeta, all’inizio della sua missione al popolo. Anche a noi, posti a vegliare (episkopoi) sulle nostre Chiese, il Signore chiede di dire a tutti, ai giovani in primo luogo, una parola d’incoraggiamento e di speranza.
Esattamente cinque anni fa decidemmo, come vescovi e pastori di comunità sempre più fragili ed emarginate facenti capo alla Metropolia Beneventana, di rialzare le nostre voci a sostegno dei territori che le politiche dei governi, le sempre avverse contingenze economiche, la scarsa capacità di autodeterminazione, hanno finito per rendere veri e propri “scarti”, nonostante il loro valore e le loro potenzialità. La nostra lettera – Mezzanotte del Mezzogiorno? – e le iniziative che ne sono susseguite, sembravano aver riportato la questione delle aree interne nell’agenda nazionale e nel dibattito sui sistemi economici e culturali del Paese, ma l’attualità ci consegna ancora vicende troppo disuguali e distanti dalla narrazione generale. L’episodio dell’ennesima maxi frana, che ha coinvolto settimane or sono la zona su cui insiste il tracciato della nuova ferrovia ad alta velocità/capacità Napoli-Bari, e che si riflette sui centri del Sannio, dell’Irpinia e della Capitanata, luoghi emblematici del Mezzogiorno d’Italia, è un plastico esempio di come il dramma dello spopolamento e dell’abbandono di certi territori incida sul dissesto idrogeologico, segnando ancora più marcatamente la spaccatura tra Nord e Sud.
In tutto questo, i possibili benefici derivanti dal PNRR sembrano essere stati già vanificati dalla scarsa attitudine alla programmazione strategica. Inoltre, il diverso trattamento nell’erogazione dei fondi e la prospettiva di un’autonomia differenziata incombono sinistramente su ogni possibile azione di riscatto, nonostante le nostre comunità resilienti siano pronte a proporre la loro sfida, fatta di missioni originali e finalmente convergenti. Papa Francesco, lo scorso 20 gennaio, è intervenuto a sottolineare che «proprio le aree marginali sono quelle che possono convertirsi in laboratori di innovazione sociale, a partire da una prospettiva – quella dei margini – che consente di vedere i dinamismi della società in modo diverso, scoprendo opportunità dove altri vedono solo vincoli, o risorse in ciò che altri considerano scarti. Le pratiche sociali innovative, che riscoprono forme di mutualità e reciprocità e che riconfigurano il rapporto con l’ambiente nella chiave della cura chiedono di essere riconosciute e sostenute, per alimentare un paradigma alternativo a vantaggio di tutti». Oggi, insieme a quanti si stanno adoperando perché le strade dello sviluppo passino anche per le aree interne,
chiediamo
che il precario, ma costante cammino intrapreso a favore delle zone più emarginate del Paese non venga interrotto dalla sfiducia e dalla rassegnazione; che gli Amministratori locali si tengano a distanza di sicurezza dalla tentazione di «salvarsi da soli» e pongano in essere politiche coraggiose di unità; che le Istituzioni intensifichino il proprio impegno nell’esercizio della carità politica ed educativa.
Affidiamo ai Giovani la speranza d’imprimere svolte eroiche nei territori così come di favorire partenze produttive per tutti, scelte – l’una o l’altra – all’insegna di un nuovo dinamismo partecipato e consapevole; agli Enti locali l’appello a sostenere la creatività e il protagonismo giovanile, a incentivare un dialogo più coerente tra le generazioni.
Attendiamo intanto la conclusione di opere come l’alta velocità/capacità ferroviaria e le nuove infrastrutture digitali, per i significativi vantaggi in chiave di mobilità e di lavoro a distanza che esse promettono. Sono proprio questi, del resto, i due temi al centro del Forum delle aree interne del 6 e 7 maggio prossimi al Centro “La Pace” di Benevento: un’importante occasione di confronto con i massimi esponenti nazionali dei rispettivi programmi infrastrutturali (collegamento ferroviario veloce Campania/Puglia e fibra ottica) al servizio dei centri più emarginati. L’impegno delle nostre comunità è respingere ogni scelta che penalizzi ulteriormente le nostre realtà; contribuire alla costruzione di piani concreti di sviluppo; garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; favorire una pianificazione che freni lo spopolamento e incentivi progetti seri e strutturali per il lavoro. Vi attendiamo, il 6-7 maggio, al Centro “La Pace”!

FELICE ACCROCCA - arcivescovo metropolita di Benevento
ARTURO AIELLO - vescovo di Avellino
PASQUALE CASCIO - arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia
GIUSEPPE MAZZAFARO - vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti
SERGIO MELILLO - vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia
RICCARDO GUARIGLIA - Abate di Montevergine