"Le speculazioni su grano turco e russo affondano la nostra cerealicoltura"

Masiello, Coldiretti: "Occorre una moratoria”. Richiesta accettata al summit con Commissario europeo

le speculazioni su grano turco e russo affondano la nostra cerealicoltura
Benevento.  

“Abbiamo compiuto un decisivo passo in avanti per sostenere le difficoltà dei nostri agricoltori". A dichiararlo, Gennarino Masiello, Presidente Provinciale e Vice Presidente Nazionale  Coldiretti che commenta l’accoglimento, da parte della Comunità europea, della richiesta formulata dall’associazione datoriale di arrivare ad una moratoria dei debiti delle imprese agricole.  E’ una puntualizzazione che viene all’indomani dei risultati positivi conseguiti nell’incontro a Bruxelles dei vertici nazionali della Coldiretti con il commissario all’Agricoltura europea, Janusz Wojciechowski. 

 “Con l’accordo sulla revisione della Politica agricola comune (Pac) – puntualizza Masiello - che consentirà ai nostri agricoltori di ampliare la produzione, ci si mette nelle condizioni di ridurre la dipendenza dalle importazioni de principali prodotti agricoli in una fase di gravi tensioni internazionali. Va da sé che ora bisogna lavorare perché le scelte così definite di rivedere il regolamento diventino al più presto operative”. Ma non è tutto. La battaglia, tra le altre, ingaggiata dalla Coldiretti per restituire competitività e margini adeguati di guadagno ai nostri agricoltori, riguarda, in primo luogo, le conseguenze dell’invasione nel nostro Paese di grano duro russo e turco. “La Commissione – ricorda Masiello – ha deciso di imporre dazi per frenare l’import, che sta danneggiando oltre misura i nostri produttori. Dopo due anni e passa di guerra – avverte – il prezzo del nostro prodotto è crollato mettendo in crisi centinaia di cerealicoltori locali”.  Non si esaurisce qui la decisione di tutelare il grano europeo come quello italiano e sannita. “E’ stata estesa – sottolinea Masiello – la clausola di salvaguardia sulle importazioni di cereali come il grano ed il mais dall’Ucraina. E’ una scelta, che contribuirà a fermare le speculazioni che stanno destabilizzando il mercato, ferma restando la necessità di continuare a sostenere quel Paese sotto l’aggressione russa”
 Che stiano così le cose per un settore del Pil agricolo che valeva, quando regnava la normalità, 20 milioni e passa di euro, lo dice il crollo dei prezzi di vendita del prodotto. Nell’arco di 15 mesi, da dicembre 2023 a marzo dell’anno in corso, il valore di una tonnellata di grano duro “fino” mietuto nel Sannio è precipitato del 30 per cento ed oltre: è passato da 495 euro a 335. “E’ una caduta libera – ammonisce – che rischia di mettere fuori causa centinaia delle circa 3500 aziende produttrici locali”.  Con non minore soddisfazione Masiello segnala un’altra significativa decisione adottata a livello europeo. “Abbiamo chiesto ed ottenuto – chiarisce – che si sburocratizzi al massimo il rapporto dei produttori con le istituzioni preposte, alleggerendo le aziende dal peso delle “carte” che le soffoca, soprattutto quelle di più piccole dimensioni che, dalle nostre parti, sono la maggioranza. Vale ancora sottolineare che abbiamo sollecitato l’eliminazione dell’obbligo di destinare una quota minima di seminativi alle superfici non produttive. Anche questo provvedimento da attuare ha ottenuto il disco verde”.