Emozione, bellezza, il ritorno alle origini, il legame con il Fortore e il riscatto di San Giorgio la Molara che il 9 marzo del 1883 diede i natali a Nicola Ciletti, pittore, fotografo, artista a tutto tondo di fama internazionale.
Questi gli elementi che hanno caratterizzato a San Giorgio la Molara la presentazione della mostra fotografica dal titolo “Capolavori dipinti con la Luce”. Si tratta di una serie di fotografie scattate da Ciletti durante la sua carriera artistica ed ora esposti nel suo paese natale: San Giorgio la Molara. A colpire la semplicità dei volti ritratti e la luce che li illumina e che fa emergere i contesti nei quali quelle foto furono scattate da Ciletti. Presenti il figlio di Nicola Ciletti, Sigfrido; Alessandro Iazeolla, figlio di Imperia, purtroppo venuta a mancare ad aprile scorso, che oggi è il presidente dell'Archivio “Nicola Ciletti”. La mostra è stata allestita presso la pinacoteca del Convento dei Domenicani a San Giorgio la Molara. Tante le persone che hanno voluto partecipare al taglio del nastro e a quella che doveva essere 'solo' una presentazione delle opere del maestro Ciletti ma che invece con passione e naturalmente si è trasformato in un dibattito tra storia e ricordi creati dal figura di Nicola Ciletti e il legame con la sua San Giorgio la Molara.
E' stato il sindaco Nicola De Vizio a tagliare il nastro della mostra e ad accogliere gli ospiti della presentazione. Presenti il presidente della Provincia, Nino Lombardi; il presidente della Comunità montana del Fortore, Zaccaria Spina; Alessandro Iazeolla, nipote di Ciletti e presidente dell'Archivio storico dedicato all'artista, che ha sede a Roma; Ferdinando Creta come critico d'arte e Giuseppe Leone, direttore artistico della mostra curata da Maurizio Iazeolla.
Emozionato, orgoglioso di fare gli onori di casa il sindaco De Vizio che ha anche ricordato Ciletti come suo predecessore: “Per noi è un onore. E' un sogno che si avvera. Abbiamo raggiunto l'obiettivo di rivalutare la cultura e le persone come Ciletti, nostro conterraneo. Una mostra che vuole raccontare anche la vita dei nostri antenati valorizzate da questi scatti”. Poi dal primo cittadino di San Giorgio la Molara un appello: “Per combattere lo spopolamento bisogna fare rete. I paesi del Fortore devono unirsi per creare condizioni di sviluppo anche con un turismo sia culturale che ambientale grazie alle bellezze del nostro territorio”.
“Ciletti non era solo un pittore ma anche bravissimo fotografo” ha invece voluto rimarcare il direttore artistico della mostra, Giuseppe Leone che rimarca anche l'importanza degli scatti “che raccontano le nostre radici, la storia delle persone di quel tempo, nostri avi. San Giorgio la Molara come tutte le zone interne hanno ricchezze inestimabili. Con questa mostra – ha rimarcato il professore Leone – vogliamo valorizzare la ricchezza 'Ciletti'. Fondamentale resta però fondamentale riempire tutti i 'contenitori' che le nostre terre ci offrono”.
A San Giorgio la Molara, Alessandro Iazeolla, nipote di Ciletti: “Sono orgoglioso di poter vantare una personalità così rilevante come mio nonno. Un artista a 360 gradi che ha speso anche tanto per il sociale. E' stato il primo sindaco di San Giorgio dopo il periodo fascista. Antifascista che ha dovuto lasciare Napoli perchè perseguitato ed è stato sempre al fianco degli umili”. Un ritratto familiare di Nicola Ciletti quello che traccia Alessandro che svela anche i numeri dell'Archivio: “Le foto esposte sono poco note, furono ritrovate nel 1974 nella casa studio qui a San Giorgio la Molara. L'archivio nasce come associazione nel 2002 ed è sempre stato presieduto da mia madre scomparsa qualche mese fa. Abbiamo un catalogo di oltre 800 opere tra dipinti, disegni e opere di grafica. Oltre un migliaio di articoli di stampa e circa 650 negativi di fotografie che sono stati digitalizzati”.
Il critico d'arte Ferdinando Creta ha invece ricordato l'evento organizzato nel 2017 a Benevento in occasione del cinquantennale della morte di Ciletti. “Interessai la professoressa Isabella Valente e in quella occasione capimmo quanto fosse importante studiare ancora Ciletti e il periodo storico che va fine 800 e i primi del 900”.
“Ciletti artista e Ciletti sindaco sempre aperto alle problematiche del Fortore” ha infine ricordato il presidente della Provincia di Benevento, Nino Lombardi che ha poi evidenziato l'importanza di promuovere le aree interne con questo tipo di manifestazioni.
La mostra
La straordinaria collezione di fotografie, riprodotte in grande formato dalle originali lastre al bromuro d’argento risalenti ai primi 40 anni del XX secolo e restaurate dal nipote dell’Artista, Alessandro Iazeolla, che le custodisce presso l’Associazione "Archivio Nicola Ciletti" con sede a Roma, rappresenta l’evento inaugurale di una nuova vita del convento dei Domenicani come “museo dinamico” per eventi artistici in programmazione nel prossimo futuro, lasciando in background la presenza delle opere di Ciletti.
La manifestazione è ulteriormente valorizzata dalla presenza della critica d’arte Azzurra Immediato, anch'ella di origini sannite, la quale, nella pubblicazione che illustra la mostra, scrive: "Il racconto della Storia attraverso la fotografia è transitato spesso in uno sguardo posato sui volti di persone in grado di dar tangibilità ad una fitta trama antropologica. Il passato ha assunto autonomia estrapolando i limiti spazio-temporali portando ad emersione – chimica, fisica e filosofica – la trasformazione e la traduzione di istanti di realtà altrimenti inenarrabili. Ancora oggi, nella bulimica corsa verso l’immagine, appare necessario soffermarsi su un atteggiamento capitale: abbandonare ogni pretestuosa riduzione dello status della fotografia e consentire allo sguardo fruitore di comprendere ciò che osserva, sapendo che questo è bruciante ricordo e varco verso l’immaginazione. “In tale fondamentale alveo – spiega Maurizio Iazeolla, curatore della mostra - si inseriscono la ricerca, il lavoro e le testimonianze lasciate da Nicola Ciletti, quale articolato capitolo di cultura visuale che ha reso la fotografia soggetto di mediazione all’interno di relazioni e dinamiche socioculturali.
Questa mostra non intende dunque essere soltanto un omaggio a Ciletti, alla sua poliedrica arte ed al suo amatissimo paese, ma vuole essere l’inizio di un vero e proprio processo di valorizzazione delle nostre aree, troppo spesso marginalizzate dal flusso della vita culturale italiana”.