Sette anni fa l'alluvione, a Paupisi il ricordo di quei terribili gioni

Alluvione 2015, la nascita di Largo Pagani e la storia di Maria Benedetta Coletta

sette anni fa l alluvione a paupisi il ricordo di quei terribili gioni
Paupisi.  

Stasera, alle ore 19,30, tutti i paupisani e non solo si ritroveranno in Largo Pagani nel settimo anniversario dell’alluvione di quella terribile notte tra il 14 e il 15 ottobre 2015. Sarà un momento dove si vivrà insieme una celebrazione Eucaristica per ringraziare il buon Dio e la Madonna di Pagani, per affidare a Loro ancora una volta la Comunità di Paupisi e per rinnovare quella forza avuta nell’affrontare una tale calamità. 
Ed oggi ad intervenire con una riflessione sul luogo dove sarà celebrata questa santa messa, Largo Pagani, è Maria Benedetta Coletta, tanto devota a Maria Santissima di Pagani e che 7 anni fa, insieme ai tanti volontari, si è adoperata a dare sostegno  supporto a chi ne ha avuto bisogno . “Circa 7 mila anni fa, i nostri antenati hanno cominciato ad erigere maestosi monumenti megalitici di pietra denominati Menhir. Distribuiti in Europa, Africa ed Asia, - racconta la Coletta (dopo un’attenta ricerca)  - queste opere sono più numerose nell'Europa Occidentale. Sono stati eretti in molti periodi differenti, nel corso della preistoria, ed erano creati nel contesto della cosiddetta cultura megalitica che fiorì in Europa e dintorni. Rappresentavano la nuova energia garantita dalla moltiplicazione delle risorse e dalla rinascita. All’innalzamento di queste grandi opere megalitiche, - continua - i ricercatori associano lo sviluppo delle prime riflessioni sul rapporto tra materia e spirito e sul senso della vita e della morte. Oggi in alcuni paesi vi è l'usanza, la Domenica delle Palme, di fare delle processioni che terminano nelle vicinanze dei menhir dove vengono benedetti i ramoscelli di olivo. Sarà questo grande masso venuto giù dalla nostra montagna la notte del 15 ottobre un menhir? – si chiede Maria Benedetta Coletta -. Uno dei primi grandi monumenti di pietra costruiti dai nostri antenati? Non lo sappiamo. Quello di cui però siamo certi – aggiunge la Coletta – è che sarà per noi paupisani il simbolo della nostra rinascita e che sicuramente resterà lì a testimoniare la forza della natura. La nostra forza ma soprattutto la potenza di Dio. Dio può tutto! E così come ha aperto le acque a Mosè con la stessa potenza ha fermato la montagna prima che ci travolgesse quella terribile notte del 15 ottobre. Data che resterà nella storia”. Poi Maria Benedetta Coletta in merito al giorno che era stato realizzato ‘Largo Pagani’ con l’ubicazione di questo masso e con un arcobaleno che lo sovrasta dice: “15 Ottobre 2015...Una sera , come tutte le sere. Una notte, come tutte le notti. Una pioggia, come tante piogge, come tante volte. Non c'è niente da fare. Succede e basta! Non importa che razza di giorno arriva a spegnere – scrive la Coletta -. Magari era stato un giorno eccezionale, ma non cambia nulla. Arriva e lo spegne. Arriva travolge, coinvolge e sconvolge. La vita è sostanzialmente incoerente e la prevedibilità dei fatti, un’illusoria consolazione ma è sempre un qualche meraviglioso silenzio che porge alla vita il minuscolo o enorme boato di ciò che poi diventerà inamovibile ricordo. Quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto… Le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono i segreti, i misteri, ci sono i miracoli, ed è lì che si va a nascondere la felicità. Fiumi di lacrime avrebbero corroso e lasciato segni indelebili di dolore su pietre e massi – afferma Maria Benedetta Coletta – ma il 20 Gennaio 2019, giornata dell’inaugurazione di questo spazio, un meraviglioso arcobaleno ha illuminato tutto! È questo il segreto? Il mistero? Il miracolo? Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni e poi la vita risponde. L'esondazione del fiume Calore – afferma la Coletta – e tutto ciò che la montagna ha potuto buttare giù quella terribile notte hanno stretto in una morsa di fango, acqua, massi alberi, detriti ... in parte Paupisi paese, nella maggior parte le contrade: Mandarisi, Marrone, San Pietro, Scafa, la limitrofa frazione Santo Stefano ma più di tutte ‘contrada Pagani’. Nessuno dimenticherà la Notte del Terrore. Ma tutti ringrazieranno Dio perché, nonostante tutto, nessuna vittima! Chi è del posto – continua Maria Benedetta Coletta – sa che nella nostra frazione è edificato un Santuario. Una chiesa dedicata alla Madonna di Pagani. Icona rinvenuta in luogo e riportata alla luce scavando a mani nude, nel punto preciso che la Madonna stessa aveva indicato in sogno ad Antonio Sauchella (le cui spoglie dimorano nella chiesa. E non è un caso che i fratelli Carmine, Raffaele e Antonio, nipoti diretti di Antonio Sauchella e titolari di un’impresa, con mezzi propri e con coraggio, forza d’animo e volontà, dalla mezzanotte di quella notte maledetta tra il 14 e 15 ottobre hanno battuto la provinciale cercando di liberare la strada e facilitare così la discesa del flusso impedendo che inondasse le abitazioni”. Conclude Maria Benedetta Coletta: “Io non azzardo commenti, ognuno faccia le proprie deduzioni. Mi sento di dire però: grazie Madonna di Pagani! Grazie per averci scelto. Grazie per averci fatto dono della tua presenza”.