“La Commissione non è a conoscenza della situazione descritta nell'interrogazione dei parlamentari del M5S e chiederà alle competenti autorità italiane ulteriori informazioni sulle misure adottate per conformarsi all'obbligo di prevenire danni alla salute dei cittadini e all'ambiente stabilito dalla direttiva 2008/98/Ce relativa ai rifiuti”.
E’ questa la risposta con cui l’organo dell’Unione Europea ha risposto all’interrogazione presentata da sei eurodeputati del Movimento 5 Stelle in merito al ritrovamento di rifiuti tombati nelle campagne di Morcone, Tocco Caudio e Sant’Agata de' Goti: tutti comuni della Provincia di Benevento.
Ritrovamenti che avevano suscitato grande clamore soprattutto a Sant’Agata de’ Goti dove, grazie alle operazioni di scavo eseguite da Nucleo Investigativo del Corpo Forestale dello Stato e Arpac, dai terreni di Capellini e Palmentata erano stati riportati alla luce rifiuti sanitari, di lavorazione industriale e diversi fusti.
A seguito di questi ritrovamenti sei parlamentari del Movimento 5 Stelle, e tra questi Piernicola Pedicini, avevano scritto alla Commissione Europea interrogando Bruxelles e chiedendo "di intervenire sulle autorità italiane per informare i cittadini e il Parlamento europeo sullo stato delle operazioni di recupero e di smaltimento dei fusti sotterrati, quali provvedimenti sono stati presi per identificare gli autori degli interramenti e quali misure può intraprendere la Commissione per far pressione sulle autorità nazionali competenti al fine di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini residenti in quei territori”.
“La vicenda, resa nota a novembre 2014, riguarda - spiega adesso Pedicini - le operazioni di scavo effettuate dal personale del Nucleo investigativo del Corpo Forestale dello Stato nei tre comuni del Sannio. Gli scavi portarono alla luce numerosi fusti, molto probabilmente tossici, sepolti tra i tre e i dieci metri di profondità. Vari fusti erano seriamente danneggiati, con conseguente fuoriuscita dei materiali in essi contenuti. Su alcuni contenitori era presente l'etichettatura con la scritta 'genklene', ovvero la denominazione più conosciuta del tricloroetano, sostanza nociva bandita dal commercio dal Protocollo di Montreal del 1996. Da evidenziare che il luogo del ritrovamento è interessato da una falda acquifera ed è collocato in un'area dove la gran parte dei terreni è coltivata”.
“Nelle prossime settimane, così come avviene sempre in questi casi, dovrebbero arrivare - spiega l’europaramentare dei 5 Stelle - le informazioni che la Commissione europea ha chiesto alle autorità italiane e, molto probabilmente, sarà possibile capire con esattezza qual è la situazione attuale rispetto ai problemi ambientali e alla tutela della salute pubblica”.
Vincenzo De Rosa