“Fare rete per creare un 'noi' e non un 'io' contro le mafie ma più in generale per aiutare le nuove generazioni”. Questo l'appello lanciato da don Luigi Ciotti, presidente di Libera contro le mafie, questa mattina dalla sala convegni dell'Istituto tecnico Industriale “Lucarelli” di Benevento dove ha incontrato gli studenti e i genitori di Flavio Ventura, lo studente 16enne scomparso un mese e mezzo fa in un tragico incidente. Per loro parole di conforto ma che devono indurre alla forza, come quelle pronunciate dalla dirigente scolastica Maria Gabriella Fedele: “Flavio ogni giorno è tra noi, la sua presenza la percepiamo grazie a quello che quotidianamente faceva anche con le attività extrascolastiche. Flavio lo vediamo tutti i giorni in ogni nostro studente. Sempre presente, legato ai valori dei boy scout e don Ciotti consegnerà ai genitori la tessera di Flavio”.
Presente, oltre a Michele Martino, referente provinciale di Libera, che ha ricordato don Carlo Lombardi, il parroco ucciso 40 anni fa nella chiesa Santa Maria la Verità al rione Triggio, Pasquale Mandato, natio di Pietrelcina, al carabiniere medaglia d'Oro Tiziano della Ratta di Sant'Agata dei Goti, Vittorio Vaccarella di Ponte: “Facciamo sentire ai familiari di queste persone, ai nostri familiari, il nostro affetto. Un saluto particolare ai familiari di Raffaele Delcogliano ed Aldo Iermano, ad Aldo Ievolella, nipote di Vito, carabiniere beneventano ucciso dalla mafia catanese. Storie che non conoscevamo prima della nascita di Libera. Con il nascente presidio di Libera in questa scuola sia una sirena per le nostre coscienze e per il nostro impegno”.
All'Istituto industriale di Benevento presente anche l'arcivescovo di Benevento, Felice Accrocca che ha salutato gli studenti.
Don Ciotti ha interloquito a lungo con gli studenti, a partire dai loro problemi. “Non pensate che questa mattina sia venuto don Luigi Ciotti. Io rappresento un Noi e non un io” ha subito chiarito il presidente nazionale di Libera che ha rimarcato l'importanza di unire le forze per aiutare specialmente le giovani generazioni: “Solo se uniamo le forze della società onesta possiamo diventare una forza etica, sociale e culturale. Anche politica intesa come impegno per il bene comune. Diffidate dei navigatori solitari. Troppi monologhi dell'io. Abbiamo invece bisogno del noi”.
Don Luigi Ciotti ha quindi esortato “ad unire le forze specialmente ora, con questa guerra alle nostre porte che porta anche dubbi e interrogativi. Il cambiamento ha bisogno di tutti noi altrimenti diventa adattamento. Ci sono troppi cittadini a intermittenza. Bisogna rigenerarsi come persone e istituzioni. Ghandi, grande profeta, disse: quando cado nella disperazione ricordo a me stesso che in tutta la storia la verità e l'amore hanno sempre vinto”.
Alla base del cambiamento serve dunque una grande sfida culturale ed educativa: “Una società che non investe sui giovani è una società che si suicida da sola”.
Oggi pomeriggio don Luigi Ciotti sarà in Valle Caudina, prima a San Martino recentemente teatro di un agguato, seguito, dopo alcuni giorni, da un omicidio nella vicina Cervinara, poi a Montesarchio. “Ci vuole coraggio per dire che serve più coraggio da parte di tutti. Una sfida educativa, di politiche sociali fondamentale affinchè la gente non venga travolta da altro, stima nell'operato delle forze dell'ordine e della magistratura. I ragazzi sono meravigliosi quando trovano punti di riferimenti veri, coerenti e credibili”.
Un momento difficile per i giovani anche per via del Covid: “Ha acuito situazioni già difficili, ha amplificato ansie e paure con l'aumento di tentativi di suicidio. Sofferenze che devono avere la nostra attenzione. Gli episodi di violenza della criminalità creano ulteriori inquietudine e incertezze. Unire di èiù le nostre forze per non lasciare soli i nostri ragazzi. Si deve voltare pagina”.