Dichiarare l'Arco di Traiano di Benevento monumento nazionale. E' l'obiettivo del disegno di legge (dei senatori De Lucia, Ricciardi, Russo e Vanin) che sarà discusso oggi in commissione Cultura al Senato.
“L'Arco di Traiano di Benevento – si evidenzia nella proposta - rappresenta una tra le più importanti testimonianze dell'antichità romana in Italia e nel mondo. Esso celebra la costruzione della via Traianea, una fondamentale arteria di collegamento alternativa alla via Appia, che univa Roma alle province meridionali, a Brundisium e dunque ai possedimenti d'Oriente. Oggi esso commemora l'eredità romana (e quella longobarda) di una delle città più affascinanti dal punto di vista storico e culturale dell'intero Mezzogiorno.
A ragione la via Traianea può essere considerata, per la valenza storica e simbolica-documentaria, l'equivalente meridionale della via Francigena, e in tal modo la strada fu effettivamente chiamata, almeno in certi suoi tratti, come variamente attestato.
L'edificazione dell'Arco viene fatta risalire al 114 dopo Cristo. Doveva rappresentare il coronamento dell'eccezionale impresa infrastrutturale della via Traianea e dei più veloci e sicuri collegamenti fra la Capitale e le province orientali. La sua realizzazione permise a Benevento, antica capitale sannita, di consolidare il suo ruolo strategico e politico nell'impero dell'epoca.
Traiano volle onorare questa antica civitas allestendo un'opera a testimonianza delle ultime grandi conquiste dell'impero romano, dal Reno all'Arabia, fino alla Dacia (l'ultima delle province annesse a Roma, ancora innamorata di quel passato, che da secoli in suo onore si chiama Romania).
L'Arco è composto da un solo fornice, largo 8,60 metri e alto 15,60. Costruito con blocchi di pietra calcarea rivestita di marmo pario, la trabeazione è sostenuta da quattro semicolonne allestite accanto ai piloni. Il tessuto narrativo delle decorazioni dell'Arco rappresenta i successi e la fortuna del Princeps su quelli che oggi definiremmo i fronti interno ed esterno e la virtù dell'imperatore al di qua e al di là del limes, i successi della pace (istoriati sul lato rivolto verso la città) e le vittorie in guerra (raffigurate, tra le altre cose con la personificazione del Danubio e della Mesopotamia, le scene di trionfo e di assegnazione di premi e terre ai veterani) sul lato che guarda alle province.
Si tratta di una testimonianza storica di una magnificenza inoppugnabile e rappresenta un bene culturale, oltre che di inestimabile valore architettonico, di straordinario pregio”.
E si specifica che “dall'attuazione della legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate vi provvedono nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente”.
La dichiarazione di monumento nazionale è un importante riconoscimento per Porta Aurea, simbolo della città.