"Gestione del cinghiale in Campania", esperti e istituzioni a confronto

A Dugenta l'evento promosso dall'ambito territoriale caccia di Benevento

gestione del cinghiale in campania esperti e istituzioni a confronto
Dugenta.  

Esperti, istituzioni, ma anche associazioni ed università. E' un confronto a più voci quello promosso dall'Ambito territoriale caccia di Benevento in occasione del convegno sulla “gestione del cinghiale in Campania” che si è svolto questo pomeriggio a Dugenta, in Valle Telesina, con la partecipazione dei sindaci del territorio ma anche di numerosi tecnici e dell'assessore regionale all'Agricoltura, Nicola Caputo.

In apertura i saluti del primo cittadino di Dugenta, Clemente Di Cerbo, del dirigente scolastico dell'Istituto che ha ospitato l'evento, Aldo Sarchioto, del Rettore dell'Unisannio Gerardo Canfora e del commissario Atc di Benevento, Vincenzo Ciervo.

“E' un problema sempre più diffuso che vogliamo affrontare con tutte le realtà presenti”, ha spiegato il commissario Ciervo evidenziando come “a risentire maggiormente della questione siano le aziende agricole, molto diffuse in queste zone, ma c'è poi il problema dei sinistri stradali e dei centri abitati dove la presenza dei cinghiali sta creando difficoltà importanti”.

Di qui l'iniziativa in Valle Caudina per affrontare la questione insieme alle istituzioni, ma anche insieme all'Università. Un impegno per il territorio ribadito dal Rettore dell'Unisannio, Gerardo Canfora che ha illustrato ai tanti presenti gli studi portati avanti dall'Ateneo.

Studi che puntando soprattutto all'utilizzo delle nuove tecnologie. Come ha spiegato il professor Andrea Cusano, ordinario di elettronica del Dipartimento di Ingegneria dell'Università degli studi del Sannio: “Gli approcci tradizionali sfruttano sostanzialmente barriere fisiche, mentre puntiamo sull'utilizzo di barriere tecnologiche per dissuadere in maniera non invasiva i cinghiali, quindi una tecnologia sostenibile”. Innovazioni che consentirebbero di utilizzare “un sistema intelligente, che consenta di difendere il territorio senza impatto ambientale”.

Diversi, inoltre, gli aspetti tecnici affrontati nel corso degli interventi con attenzione anche alla prevenzione. “Un aspetto fondamentale”, ha precisato a margine dell'incontro Vincenzo Veneziano dell'Osservatorio faunistico regionale ribadendo come la “problematica sia ormai diffusa a livello nazionale e richiede un approccio multidisciplinare legato a dei dati scientifici su cui si deve lavorare. Ed è fondamentale la consapevolezza che questi animali vanno ormai gestiti”.

L'occasione, dunque, anche per analizzare la diffusione del problema anche fuori i confini regionali e le normative attualmente vigenti: “Soprattutto negli ultimi dieci anni – ha rilevato Barbara Franzetti, tecnologo dell'Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale - gli impatti che la specie causa all'agricoltura ed i rischi legati agli incidenti stradali stanno aumentando di frequenza dalle Alpi alle isole maggiori. Le norme in Italia per affrontare il problema ci sono e consentirebbero di intervenire in maniera importante”.

A concludere i lavori l'assessore regionale all'Agricoltura, Nicola Caputo che ha confermato l'impegno di Palazzo Santa Lucia: “Ci sono una serie di azioni che dovremmo mettere in campo e noi partiremo a breve con il tavolo per la modifica della legge regionale e in seno alla conferenza delle Regioni solleciteremo un'azione strategica nazionale”.