Pasquale: «A 22 anni la leucemia: ma sono più forte, vinco io»

Col suo lavoro tiene su la famiglia: «A chi ha donato dico grazie, il bene prima o poi ti ritorna»

pasquale a 22 anni la leucemia ma sono piu forte vinco io
Paolisi.  

«Tutto è iniziato da quella “pallina” alla base del collo: pensavo fosse un lipoma, un accumulo di grasso, e invece...». Pasquale Russo è un ragazzo di 22 anni, è di Paolisi, e negli ultimi giorni è riuscito a far mobilitare il mondo dei social e del web per la sua situazione. 


Già, perché da quella “pallina” sul collo, scoperta a settembre 2020, la situazione è precipitata: «Inizialmente non gli ho dato peso, ma andando avanti mi accorgevo che di notte non riuscivo a dormire, avevo difficoltà a respirare e mi ritrovavo in un bagno di sudore, tanto che dovevo alzarmi per fare una doccia e cambiare. Intanto avevo notato che quella pallina si stava ingrossando: il medico mi ha suggerito di fare un ecografia, ma intanto quella massa cresceva sempre di più, finché il radiologo osservandola mi ha mandato a fare una tac, fissata ad otto giorni dopo». 


Ma il quadro continua a peggiorare: «La massa era diventata enorme e intanto si erano ingrossati anche i linfonodi in diverse parti del corpo. Il medico guardando la tac mi disse solo “corri urgentemente in ospedale”. Qui dopo qualche giorno è arrivato l'esito della biopsia: linfoma Hodgkin al terzo stadio, con leucemia al primo stadio con fattore sette. In pratica il mio sangue coagula al 35 per cento». 
Pasquale ha solo 22 anni, colpisce che ne parla come racconterebbe una partita andata male, un brutto voto a scuola, con la voglia e l'entusiasmo di mettersi già la situazione alle spalle: «Guarirò: mi hanno detto che ci vorranno cinque o sei anni per uscirne, ma io sono sicuro che ce la farò prima» (Chi scrive ha scommesso una cena con lui sulla guarigione in tre anni. A febbraio 2024 ne riparliamo). 


Ma non è l'unico problema: Pasquale ha una situazione difficile, in pratica a soli 22 anni si ritrova a tener sulle spalle una famiglia intera col suo lavoro, oggi fermo. Il ragazzo si è trasferito a Roma per lavorare in un bingo, e manda praticamente l'intero stipendio, oggi cassa integrazione, ai suoi, togliendo le spese di affitto e viveri a Roma. Per questo gli amici hanno organizzato una raccolta fondi online, che sta dando risultati inimmaginabili: «Le cure sono gratuite, non è quello il problema. Il problema è la mia situazione: giù non potevo neppure fare una doccia, mio padre non lavora da anni e anni, mia madre lo stesso e ho un fratello piccolo che sta pagando questa situazione. Mi faccio in quattro e quel poco che potevo lo mandavo a loro. Sono stati sfrattati da 4 case diverse per mancati pagamenti, la Caritas passa da mangiare, gli amici passano da vestire: vivere così è impossibile, e già pagare le medicine o i cinque euro della chemio o dei gastroprotettori diventa un'impresa».


Per questo sono già stati raccolti 35mila euro nella campagna lanciata dai suoi amici, su un obiettivo di 50mila euro, una base per vivere in tranquillità, per pagare l'affitto, per i pasti della famiglia e affrontare la dura lotta alla malattia senza il macigno di dover portare avanti da solo una famiglia a soli 22 anni. Questo il suo grazie, che lasciamo inalterato, con le sue imperfezioni: «A chi sta donando voglio semplicemente dire un grazie immenso e che a prescindere dalle situazioni non devono mai smettere di fare le cose col cuore perchè le cose fatte col cuore sono le cose più belle, i problemi sorgono in tutte le famiglie e in tutte le persone e voglio dirgli che la mia forza e la mia volontà come tutte le persone malate e con altri problemi gravi siano da esempio per tutti coloro che non riescono ad andare avanti e si fermano davanti ad un ostacolo, soprattutto di non smettere mai di fare il bene perché prima o poi a furia di dare si riceve e anche che il mondo non è fatto solo di cattiveria ma anche di bene»