Il preside Falbo sulla "Buona Scuola":«Nulla di drammatico»

Il dirigente dell'Istituto Comprensivo "E. Falcetti"di Apice in pensione dal 31 agosto

Apice.  

Il dirigente scolastico Eduardo Falbo dell’Istituto Comprensivo Statale "E. Falcetti di Apice", che accorpa anche la sede distaccata di Paduli, andrà in pensione il 31 agosto prossimo. E così, dal primo settembre, sarà nominato un nuovo dirigente che, secondo alcune indiscrezioni, ma non è nulla di ufficiale, potrebbe essere Anna Polito dell’Istituto Superiore “Virgilio” di San Giorgio del Sannio.

L’occasione è anche la scusa per capire il punto di vista di un preside, che si avvia al pensionamento per dimissioni, dopo 25 anni di servizio e 40 anni contributivi, sulla riforma della Buona Scuola di Renzi, che ieri al Senato ha superato, tra non poche critiche, il primo ostacolo, incassando la fiducia. Il 7 luglio, invece, il provvedimento passerà alla Camera.

Di questa riforma, cosa ne pensa? «La Scuola italiana attraversa un periodo di forti cambiamenti ed è interessata da un clima di divisione nel quale, se analizziamo gli aspetti del contendersi, questi ultimi non dovrebbero esserci».

Si spieghi. «E’ ovvio che nel divenire sociale e culturale anche la Scuola attraversa un suo sviluppo e un suo adeguamento. Ho letto ma non ho studiato il disegno di legge, quindi prima di stigmatizzare bisogna vedere i decreti attuativi. La prima impressione è che non ci sono grandi stravolgimenti. Dal mio punto di vista non è nulla di drammatico. Un cambiamento importante è quello che riguarda il Pof (il Piano dell’Offerta Formativa) che ora passa direttamente al dirigente scolastico, mentre prima era il Collegio dei Docenti ad approvarlo; i poteri del dirigente, invece, restano sostanzialmente quelli».

E la soppressione della Terza Fascia? «E’ un provvedimento a vantaggio del servizio scolastico poiché in questo modo si accede all’insegnamento tramite concorso pubblico. Diciamoci la verità, i precari sono nati con le fasce di supplenza. C’è anche da dire però che negli anni i concorsi pubblici sono stati fermi, a differenza di quando si svolgevano ogni due, tre anni».

In merito al percorso di abilitazione, o Tfa? «Certo chi si avvia oggi alla professione dell’insegnamento ha davanti a sé un percorso formativo molto selettivo, ma è giusto che sia così, poiché nella Scuola deve insegnare solo il fior fiore della cultura. I docenti di oggi devono essere preparati e al passo con i tempi, non è più soltanto la scuola dell’alfabetismo culturale».

Quindi la Buona Scuola supera l’esame di ammissione? «Ci sono delle cose che non condivido, attenzione. Ad esempio il criterio di selezione degli insegnanti, che prevede la nascita di una sorta di commissione in cui ci siano anche genitori e alunni. Che strumenti tecnici hanno genitori e alunni per valutare le capacità di un docente? Soprattutto un alunno? Domando. Tutt’al più sarebbe più giusta una commissione esterna, anche regionale, formata da esperti e docenti. Su questo metodo di valutazione non sono d’accordo».

E ad un sindacalista che in questo momento dice ad un giovane che vuole avviarsi all’insegnamento: «Prenditi la patente per il camion che è meglio», lei cosa risponderebbe? «Ma vai in pensione, piuttosto, così liberi un posto per un giovane». 

Michele Intorcia