Garantire la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico e geologico, contribuendo allo sviluppo locale. Questo l’obiettivo che vuole raggiungere la Regione Campania insieme all’Ente Parco del Taburno Camposauro con l’attuazione del Contratto di Fiume del Basso Calore beneventano. Uno strumento di programmazione negoziata non calato dall'alto ma da condividere con tutti gli stakeholder pubblici e privati presenti sul territorio sannita.
A riguardo infatti si è da poco conclusa la prima fase, quella degli incontri pre-informativi organizzati dall’Ente Parco per comunicare ad associazioni di categoria, associazioni ambientali ed enti locali, le potenzialità del Contratto di Fiume e la road map da mettere in atto nelle prossime settimane. Soddisfatto il Presidente dell’Ente Parco, Costantino Caturano, che ha incassato l’adesione formale di tutti gli attori coinvolti a dimostrazione della grande attenzione che vi è attorno a tale strumento, diverso dagli altri e sicuramente più fattivo e di prospettiva per vedere atterrare sul territorio del bacino idrografico del fiume Calore, interventi strutturali utili ad uno sviluppo diverso e non scollegato da quanto di buono fatto attraverso altri piani territoriali e di gestione.
Già in questa prima fase sono numerose le sollecitazioni e le indicazioni venute dal mondo dell’associazionismo agricolo, imprenditoriale ed artigianale, come ad esempio: la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento; un utilizzo sostenibile dell’acqua; la protezione dell’ambiente e degli ecosistemi acquatici; la mitigazione degli effetti delle inondazioni e della siccità. “Il territorio interessato dal fiume Calore – ha ricordato Caturano – è caratterizzato da affluenti e sorgenti di una certa importanza nonché da diversi problemi di dissesto idrogeologico.
E’ pertanto evidente come il Contratto di Fiume rappresenti un’opportunità, forse fin qui a torto poco considerata, alla quale dare invece spazio nella prossima programmazione regionale dei fondi europei per una fondamentale interconnessione tra agricoltura, lavori pubblici e ambiente, da attuare nel Sannio”. Grazie all'attenzione rinnovata messa in atto dalla Regione Campania, attraverso l’assessorato all'ambiente del Vicepresidente On Bonavitacola, è stato avviato un iter comune che porterà alla redazione del documento strategico e del piano di azioni che conterrà tutte le progettualità che potranno essere finanziate. Il tutto, come detto, non sarà calato dall'alto ma si concretizzerà a seguito di un serrato e propositivo confronto nei laboratori tematici programmati da avviare dopo la pausa estiva che vedranno la partecipazione di Sindaci, tecnici comunali, rappresentanti delle associazioni delle categorie produttive, funzionari della Regione Campania e delle varie agenzie regionali, sotto la governance dell’Ente Parco che avrà il compito di coordinare gli interventi da attuare sul territorio del basso calore beneventano.
“La Giunta Regionale – ha proseguito Romeo Melillo, dell’ufficio di Gabinetto del Presidente De Luca e componente dell’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume - su proposta del vicepresidente Bonavitacola ha approvato un programma che comprende cinque contratti di fiume e di lago, tra cui quello del Calore Beneventano. È una grande opportunità per il territorio considerato che oltre all'area parco si estende nei vari comuni a monte e a valle del Calore. Gli interventi, oltre a quelli direttamente collegati alla risorsa acqua, possono prevedere le diverse opzioni di sviluppo sostenibile, nell'ambito dell'agricoltura, del turismo, dell'artigianato. L'attenzione e l'interesse della comunità istituzionale e del mondo associativo e produttivo già riscontrati, sono la valida premessa per un buon lavoro di programmazione condivisa che può generare un grande valore nella nostra provincia, anche in vista dei nuovi programmi operativi regionali sui diversi fondi europei e nazionali. L'impegno del Parco e degli Enti Locali innanzitutto, è fondamentale in tutto ciò per costruire un percorso che veda istituzioni e portatori d’interesse lavorare in maniera sinergica nella definizione dei processi decisionali, come indicato nella direttiva acque.