Sabato a Castelvenere (ore 10,00 - Enoteca Culturale di piazza San Barbato) il rating dell’annata 2017 dei vini prodotti da uve barbera (l’antica ‘camaiola’). A valutare le etichette Sannio Dop e Beneventano Igp sarà un’apposita commissione formata da otto rappresentanti della sezione campana dell’Associazione Italiana Enologi, presieduta da Roberto Di Meo, e due sommelier della delegazione sannita dell’Associazione Italiana Sommelier, guidata da Mariagrazia de Luca.
Diversamente dai rating finora organizzati in terra sannita dal Sannio Consorzio Tutela Vini – che da oltre un lustro chiama in causa Assoenologi-Sezione Campania al fine di valutare il profilo qualitativo delle denominazioni Falanghina del Sannio Dop e Aglianico del Taburno Docg – l’iniziativa di Castelvenere si prefigge l’obiettivo di mettere a disposizione del mondo della produzione sannita una valutazione dell’annata 2017 di un vitigno considerato “minore”, particolarmente coltivato nell’areale telesino-titernino. Parliamo di una varietà il cui nome per oltre un secolo è stato erroneamente accostato al barbera originario del Monferrato, per il quale si sta lavorando per la redazione della domanda da avanzare al Ministero delle politiche agricole, alimentali, forestali e del turismo (Mipaaft) al fine di vederlo iscritto al Registro nazionale delle varietà di viti con quello che è il suo nome “storico”. Parliamo del vitigno ‘camaiola’ del cui nome si persero le tracce nei primi decenni del Novecento, proprio quando in queste campagne si diffuse anche la coltivazione di uve provenienti da altre aree dell’Italia, tra cui la barbera piemontese.
Il rating in programma sabato rientra, infatti, tra le attività del progetto ‘Cantine al Borgo – Luoghi e protagonisti del risorgere del vitigno camaiola’, cofinanziato dal Poc Campania 2014 - 2020 ‘Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura’. Un progetto che il Comune di Castelvenere ha messo in campo per contribuire a questo lavoro che porterà alla richiesta di iscrizione al registro dell’antico vitigno. Si tratta di un percorso partito circa un anno fa, con la richiesta avanzata al Consorzio Sannio dall’Associazione Imbottigliatori Castelvenere.
Un impegno al fianco del mondo della produzione da parte dell’ente comunale che nasce dalla consapevolezza che la biodiversità viticola deve essere preservata, ma anche studiata, tenendo ben presente che proprio i vitigni storici rari costituiscono un patrimonio eccezionale anche dal punto di vista di opportunità turistiche, perché i consumatori attenti sono sempre più alla ricerca delle storie e degli uomini che si nascondono dietro i vini prodotti da questi vitigni.