Restano i vecchi, i giovani scappano e il Sannio scomparirà

I dati impietosi, il Fortore tra poco sarà un museo a cielo aperto, e le soluzioni latitano

Benevento.  

La cartina tematica dell'Infodata de “Il Sole 24ore” racconta, attraverso i suoi colori, una verità ben nota a tutti: il lungo addio dai paesi della provincia di Benevento è inarrestabile.
Arancione e addirittura rosso prevalente, azzurro quasi inesistente: una verità cromatica eloquente, se i rossi e gli arancioni indicano spopolamento e l'azzurro sta a indicare i paesi che hanno visto crescere la propria popolazione.


Eloquente che più si va ad est, verso Foggia e Campobasso e più si precipita. Il Fortore viaggia a ritmi assurdi: Castelvetere in Valfortore in 6 anni ha perso il 16 per cento della popolazione, Baselice il 9, Montefalcone il 12, Casalduni l'11, Sant'Arcangelo il 17 per cento addirittura e così a ruota tutti. La mosca bianca è Pietrelcina, che ha guadagnato l'11 per cento dei residenti.
Perde abitanti anche il capoluogo: Benevento va al meno 2,5 per cento, e li guadagnano i comuni limitrofi quegli abitanti, San Nicola Manfredi, Calvi, San Giorgio Del Sannio e poi i paesi della Valle Caudina.


Anche attraverso l'ultimo bilancio demografico dell'Istat appare evidente che si è di fronte a qualcosa di galoppante: a gennaio 2018 gli abitanti sannit tout court erano 279mila e 200, a fine novembre 2018 erano 277mila 300: quasi 2mila abitanti persi in un anno, col saldo naturale negativo per tutti i mesi anche di 200 unità (170 bimbi nati 370 persone morte) e col saldo migratorio tornato ad essere sempre negativo.


In aggiunta a ciò c'è da dire che l'indice di vecchiaia di Benevento (182) è il più alto della Campania e il secondo più alto del mezzogiorno.
Una situazione evidentemente emergenziale, il consigliere provinciale Giuseppe Ruggiero, che è anche amministratre fortorino, calcolava che molti paesi, viaggiando su questi ritmi, non esisterebbero più tra qualche anno: Castelvetere in 36 anni non avrebbe più abitanti, Montefalcone in 52 , Ginestra in 63 e così via.
Un dato eloquente, che dovrebbe spingere a una riflessione sul come dare funzione a paesi e a zone che a ben vedere l'hanno persa negli anni, riflessioni che dovrebbero prescindere da risposte pret a portair, magari agli ambientalismi, tra ambientalismi un tanto al chilo e cowboy dalla trivella facile.