Oggi come centinaia di anni fa. Ognuno al suo posto, ognuno con il suo compito preciso. Un mosaico umano in cui ogni pezzo del puzzle è imprescindibile.
I vicoli del centro di Guardia Sanframondi ospitano, ancora una volta, i riti penitenziali.
Per sette giorni, ogni sette anni, Guardia Sanframondi fa rivivere l'evento. Il paese si impegna nella sua “festa”. Sono i riti di penitenza in onore dell'Assunta a rinsaldare il legame tra il popolo di Guardia Sanframondi e la Madonna. Un “dono”, lo definiscono in tanti.
Un'offerta alla Vergine che il popolo presenta per fede. E' questa l'unica ragione che porta circa il novanta per cento della popolazione di Guardia Sanframondi a far rivivere questo evento complesso. Con il suo carico di regole, tradizioni e ritualità ancestrali.
Quest'anno, ancora una volta, dal lunedì successivo al 15 agosto, ogni giorno, i quattro rioni del paese: Croce, Portella, Fontanella e Piazza sia alternano in due processioni, la prima di penitenza, la seconda di comunione.
Cortei formati dai Misteri, quadri viventi che rappresentano episodi tratti dalle sacre scritture o dalle vite dei santi. I figuranti sfilano composti e intenti a rispettare il loro ruolo. Incuranti del caldo, degli abiti pesanti, della fatica, degli occhi curiosi, dei mille obiettivi pronti a rubare i loro gesti. I canti del coro di ogni rione accompagnano le scene.
La partecipazione è massima. Chi non veste un ruolo preciso ma vuole partecipare alla penitenza indossa una corona di spine e una corda incrociata sul petto.
Le scene sono curatissime e capaci di far ispirare un salto indietro nel tempo: dall'antico Egitto alla Francia della Pulzella d'Orléans.
Infine arriva minaccioso il rumore della disciplina che frusta l'aria e si abbatte sulle schiene con un tonfo sordo.
Sono i penitenti che ogni giorno, dal lunedì al venerdì, chiudono i cortei processionali. Coperti da un saio e un cappuccio bianco si percuotono ritmicamente la schiena con un antico strumento formato da strisce metalliche unite tra loro da una catenella. Infatti questi flagellanti si chiamano anche disciplinanti.
Partendo dalle chiese dei diversi rioni, ogni giorno, le processioni si concludono al Santuario dell'Assunta.
Sabato tocca alla processione penitenziale del clero e al rito dell'apertura della lastra contenente la statua dell'Assunta che il giorno successivo sarà portata in processione.
La domenica, infatti, si vive il clou della manifestazione con la processione generale alla quale prendono parte i battenti, da sempre l'aspetto più clamoroso della manifestazione. Questi penitenti si raccolgono nel Santuario e al segnale stabilito cominciano a percuotersi il petto con la spugna, un pezzo di sughero in cui sono inseriti degli spilli. La loro mortificazione dura diverse ore e produce un sanguinamento che viene disinfettato grazie a del vino bianco dispensato da appositi assistenti.
E' un rito antico e difficile da comprendere. I Riti si vivono, ci raccontano gli abitanti di Guardia. Chi non partecipa attivamente ritrova intatto il senso della manifestazione negli occhi degli angioletti che annunciano i misteri. Nelle voci delle donne dei cori. Nelle anziane donne che ripetono le loro litanie camminando lentamente tra i flagellanti.
E' un mondo antico dal quale la plastica sembra tagliata fuori grazie alla caparbia volontà degli abitanti di Guardia. Un'organizzazione attenta quella dei comitati rionali che coordinano ogni particolare con lo stesso impegno con cui difendono l'intimità del mistero più grande dell'evento: i battenti.