“Allo stato attuale non posso che constatare ancora una ripercussione in negativo all’immagine della nostra Cooperativa. La stessa che, nel corso degli anni, ha acquisito notevole prestigio nel campo dei servizi al sociale e ha reso, sempre, prestazioni ai massimi livelli qualitativi presso altri luoghi della Regione Campania, senza mai essere stati esposti a problemi di questo tipo e di questa entità”.
Comincia così lo sfogo di Carmen De Lucia, responsabile del Centro Immigrati in via Carpineto Castello di Vitulano per la cooperativa L'etoile.
“Mi riferisco – continua - all’esperienza/disavventura del centro di accoglienza di Vitulano. Da quando lo abbiamo attivato (si badi: in quanto vincitori di un regolare bando indetto dalla Prefettura) siamo stati esposti a notevoli disagi ed ostacoli.
Il caso più emblematico è quello perpetrato dall’attuale amministrazione comunale, la quale pochi giorni or sono dispose di bloccare l’accesso, al centro di accoglienza, frapponendo un enorme cumulo di terra all’ingresso della strada privata che ne garantisce l’accesso.
Impedendo l’accesso ma al contempo anche la possibilità di uscire dal centro di accoglienza ai soggetti lì presenti per oltre 4 – 5 ore. Come si definisce giuridicamente un atto del genere?”.
Una domanda che De Lucia rivolge al primo cittadino di Vitulano, Raffaele Scarinzi. Quindi prosegue: “I bisogni della cittadinanza sono tutt’altri: provo a suggerire di ripristinare la viabilità e la pulizia della strada di cui fu bloccato l’accesso, essendo parecchio sporca di detriti e spine, per la parte di pertinenza comunale.
Tutt'ora, tra l’altro, il tratto della strada privata è ancora sporca dei cumuli di terra e detriti scaricati a seguito della decisione di bloccare la strada.
La cittadinanza, esposta anche al clamore mediatico, non ha fatto una “bella figura” essendo stato fatto passare l’errato messaggio di “intolleranza” nei confronti dei migranti, a dispetto dei moltissimi cittadini di Vitulano certamente favorevoli all’integrazione e all’accoglienza”.
Inoltre De Lucia si rivolge ancora al sindaco Scarinzi per chiarire alcune questioni legate allo Sprar e ricorda al primo cittadino di Vitulano: “nel suo programma elettorale prometteva: 'di elevare la dignità a favore delle persone e favorire la crescita delle famiglie alle soglie del terzo millennio... migliorando i rapporti interpersonali e lo spirito di solidarietà!” In che modo Sindaco? Con cumuli di terra? Quale solidarietà? Che brutto esempio è stato dato, al paese e soprattutto ai giovani”.
Torna poi a ricordare sul centro: “E’ dal Maggio 2016 che il nostro centro di accoglienza risulta continuamente esposto alla scure di una burocrazia incessante, bizantina e capziosa. Voglio riferire al sindaco Scarinzi che la Prefettura prima dell'affidamento, come da prassi, ci ha sottoposto all'antimafia, che il nostro bellissimo stabile, è dotato di tutti i requisiti necessari per accogliere oltre 30 persone. E poi la cosa più grave e che mi fa più male è che i 3 ospiti che abbiamo alloggiati nel centro, hanno paura di uscire perché hanno intuito e in cuor loro sanno che in questo paese c'è qualcuno che non li vuole. Sono poveri ragazzi di 20, 21 e 24 anni lontani da casa loro, sfuggiti dalla guerra e alla morte”.
Infine De Lucia si concentra sulle difficoltà che il centro sta affrontando: “Chi dovrei licenziare per far fronte alle tante difficoltà economiche e per i danni che stiamo subendo? Chi devo licenziare dei 5 operatori che lavorano in quel centro? Un ragazzo disabile? Un giovane padre di famiglia con un bimbo piccolo e un altro in arrivo? Una donna vedova con tre figli piccoli? Chi devo licenziare?”.
Con quest'interrogativo la responsabile del centro immigrati chiude la sua lettera con un ultimo affondo al primo cittadino: “Si dimetta da Sindaco per il bene della cittadinanza e dell’integrazione”.