Addio coach Matarazzo: in centinaia per l'ultimo saluto

Un fiume umano in via Roma. Lacrime e commozione nella chiesa del Carmine ad Atripalda

Atripalda.  

Un fiume di persone attonite in via Roma ad Atripalda. Un silenzio surreale interrotto solo dai singhiozzi e dalle lacrime improvvisi tra la folla, che ha gremito la chiesa del Carmine e il tratto di strada antistante la sua porta d'ingresso. Erano in centinaia per l’ultimo saluto a coach Alberto Matarazzo, scomparso prematuramente all’età di 35 anni lo scorso lunedì. Familiari, amici, e, ovviamente, i suoi ragazzi, le sue ragazze. Quelli dell’Atripalda Volleyball, dell’Acca Montella e della Green Volley. Ma non solo. Perché c’erano anche rappresentanze di club campani e di fuori regione. che Alberto lo hanno conosciuto da avversario, solo per la durata di qualche set, prima di instaurare duraturi rapporti di amicizia. Perché il gigante buono più che un promettente allenatore di pallavolo era, innanzitutto, un ragazzo splendido. Un ragazzo che amava il volley con tutto sé stesso. Un tecnico che metteva al primo posto l’educazione dei propri allievi per cui la prima lezione era sempre: rispetto per il prossimo. Come per gli avversari che, puntualmente, venivano invitati a cena o per cui si prodigava nel pianificare la loro permanenza prenotando alberghi; dimostrando e insegnando il concetto di ospitalità. Perché Alberto non ha avuto al fianco, nella suo esistenza, e oggi, nel suo ultimo viaggio, solo mamma Elisa, la sorella Serenella e il fratello Alessandro, con cui ha condiviso l’amore per lo sport che gli ha trasmesso papà Giovanni, che aveva perso solo qualche anno fa. Alberto aveva nella pallavolo irpina “la sua seconda casa” come ha sottolineato in una commossa omelia Padre Ranieri Picone, che ha concelebrato la cerimonia funebre con don Fabio Mauriello della Chiesa di Sant’Ippolisto Martire concludendo con un “Ti diciamo grazie. Tu che sei stato un uomo forte dona ora questa stessa forza interiore ai tuoi parenti e ai tuoi amici. Come in una partita di pallavolo, insegnaci a reagire e rialzarci dopo essere caduti”. Sì, grazie Alberto. Voce doppia e riccioli indimenticabili. I tuoi ragazzi si rialzeranno e continueranno ad insegnare ciò che gli hai insegnato.

Redazione Sport