VIDEO | Toscano cambia modulo e ammette: «Sono preoccupato»

Il tecnico dell'Avellino a cuore aperto dopo il pari (1-1) nel test a Lioni con la Vultur Rionero

Lioni.  

Non si nasconde dietro a un dito, Domenico ToscanoIl tecnico dell'Avellino è visibilmente amareggiato dopo il pari (1-1) nel test amichevole disputato questo pomeriggio, a Lioni, contro la Vultur Rionero (Serie D) e nel post partita non usa giri di parole per commentare le difficoltà palesate dai lupi: «Stiamo lavorano su due sistemi di gioco, il 3-4-3 e il 3-5-2. Ho voluto provare quest’ultimo assetto tattico dal primo minuto non avendo avuto a disposizione in settimana Verde, perché è andato in Nazionale Under 20, e date le condizioni non ancora perfette di Bidaoui. Ho cercato di schierare un centrocampo a tre e un attacco con due punte: Mokulu e Castaldo. Ma non è questo l’aspetto su cui soffermarsi, oggi. Il problema è l’aspetto mentale, che non riusciamo a invertire. Non riusciamo a capire che si sta arrivando al campionato e ancora, con la testa, siamo lontani. C’è da inserire la spina subito dentro altrimenti è concreto il rischio di arrivare in ritardo al campionato. Ripeto: sono preoccupato dall’aspetto mentale, da come i ragazzi affrontano le difficoltà. Tolti i primi venti minuti abbiamo mollato, ci siamo allungati, diamo per scontato le cose e siamo superficiali. La preparazione? Non centra. Abbiamo subito gol in tutte le amichevoli, ma non è tanto la difesa il problema piuttosto il lavoro di squadra: se non difendi e attacchi insieme si fa fatica. Dobbiamo imparare ad essere squadra: oggi non lo siamo, nel condividere il difendere, l’attaccare, il combattere. Questa è la cosa che mi preoccupa di più».

L'autocritica dell'alleantore calabrese è serena ed incisiva: «Non sono soddisfatto di quello che abbiamo espresso: possiamo fare molto, ma molto di più. In questo momento è come se si facesse fatica a focalizzare l’energie, tutti insieme, ed essere squadra. Sarà che siamo una squadra quasi completamente nuova e abbastanza giovane, ma ancora non riusciamo ad esprimere ciò che va messo in campo in maniera determinata. Non mi piace affrontare le partite come se fossero amichevoli: ogni partita, ogni allenamento deve essere una battaglia. Ancora ad oggi facciamo fatica ad interpretare in questo modo un semplice test, ma anche gli allenamenti, il modo di allenarsi. Siamo indietro».

Vecchi e nuovi: c'è da migliorare, e non di poco, il feeling: «Castaldo? L’ho visto meglio rispetto a quando l’ho utilizzato da riferimento centrale nell’attacco a tre. Vicino a Mokulu riesce a dividersi i ruoli, a lavorare un po’ di meno e ad essere più presente in area di rigore. Ma anche lui deve crescere e trascinare questo gruppo di ragazzi, così come gli altri “anziani”, che devono trasmettere lo spirito che ha sempre caratterizzato l’Avellino. Oggi non tutti riescono a percepirlo al cento per cento».

Capitolo mercato. Toscano non si sbottona ma non nasconde la necessità di rinforzi: «Ho fatto le mie valutazioni, le ho riferite e siamo d’accordo su quello che bisogna fare. Aspetto qualche altro innesto che potrebbe far migliorare questa squadra che secondo me può fare molto di più».

Pesano pure diverse assenze: «La qualità del gioco? Dobbiamo aspettare GavazziPagheraJidayi che sono giocatori che sono qui da qualche anno e potrebbero trasmettere le loro qualità tecniche e la loro esperienza in campo, che è quello che manca principalmente».

La novità più importante di giornata è nella scelta di cambiare modulo: il 3-4-3, da schieramento di riferimento, diventa temporaneamente alternativa: «Mi è sembrato che il 3-5-2 si addice più alle caratteristiche dei giocatori che ho a disposizione in questo momento, pur sacrificando qualche giocatore con qualità tecniche. È un modulo più equilibrato, che ci permette di avere più peso in avanti. In questo momento dà più garanzie per sorreggere e per aiutare anche i nuovi e i giovani. Gli esterni offensivi? Si potrebbero adattare da seconde punte. Mercato sconfessato da questo cambio di modulo? No, assolutamente. Si inizia con un’idea, se poi questa idea non la si può portare avanti non è che puoi sbattere contro il muro. Mi interessa solo che la squadra cresca. Tante dinamiche durante in ritiro lo hanno impedito. Mi preoccupa che in tanti, giovani e veterani, ancora debbano capire cosa serve in questa piazza: sicuramente molto di più di quello che stiamo dimostrando in questo momento».

L'inviato a Lioni, Marco Festa