Avellino, Barbadillo: "Quando si dà tutto la gente non dimentica"

Il ricordo di Sibilia anche dalle parole di Jacobelli: l'aneddoto su un incontro in Irpinia

Avellino.  

Una delegazione dell'US Avellino - il direttore dell'area tecnica, Giorgio Perinetti, il direttore sportivo, Luigi Condò, e il tecnico, Michele Pazienza, ha partecipato alla presentazione del libro "La Legge del Partenio", scritto da Antonio Vistocco e Rino Scioscia. Al racconto dei dieci anni consecutivi vissuti dall'Avellino e da un'intera provincia in A, nel decennio più bello del calcio italiano, con le 16 partecipanti rilanciate da un Mondiale vinto e capaci di attrarre i calciatori più importanti dell'epoca, ha preso parte anche l'Avellino di oggi che ha vissuto un tardo pomeriggio in compagnia dei big del club irpino di quegli anni, presenti in sala, ma anche via skype, come nel caso di Pierpaolo Marino.

Jacobelli: "Antonio Sibilia decisivo per il percorso dei lupi"

"È un piacevole tuffo in un calcio di cui avvertiamo la nostalgia e la mancanza, un calcio ricco di entusiasmo e che ha visto l'Avellino protagonista. Il club biacoverde sarà per sempre nella storia del calcio italiano. - ha sottolineato Xavier Jacobelli in collegamento - Ho sempre il ricordo di Antonio Sibilia. All'epoca ero caporedattore sport de "Il Giornale" e stavamo conducendo un'inchiesta sui signori del calcio. C'era, ovviamente, l'uomo che l'Avellino ha fatto grande. E d'accordo con Vittorio (Feltri, ndr) decidemmo di raccontare la storia di Sibilia e del suo Avellino. Venni e lo incontrai. Fu un incontro particolarmente interessante e scoppiettante, data la personalità dell'interlocutore, ricco di aneddoti, di esperienza e conoscenza calcistica perché all'intuito del commendatore si devono molti dei colpi piazzati dall'Avellino in sede di calciomercato, giocatori valorizzati e che fecero il salto di qualità. E ricordo il saluto dopo quasi tre ore di colloquio. Sibilia dava del voi e nel salutarmi mi chiese quando sarebbe uscito questo articolo. Risposi 'presumibilmente dopodomani'. E lui mi disse 'allora... se dopodomani uscirà questo articolo e non mi sentirete vorrà dire che avrete riportato fedelmente le mie parole, se mi sentirete... passerete un guaio' e sorrise. Non l'ho sentito e compresi che l'articolo era andato bene".

L'aneddoto di Selvaggi: "Vicino a giocare qui nel '73"

"Avellino era un campo difficile per tutti. - ha ricordato il campione del mondo '82, Franco Selvaggi - Paradossalmente ho però bei ricordi perché ho segnato spesso contro l'Avellino. Era una squadra fortissima, difficile da battere al Partenio. Un amico come Schachner, che qui ha giocato, me ne ha sempre parlato bene. Un ricordo? Sono stato una settimana qui ad Avellino. Nel 1973 ci fu una finestra di mercato solo per l'Avellino, giocavo a Roma, ma non se ne fece niente perché la Ternana, che aveva la comproprietà con la Roma, non diede l'ok all'operazione".

De Napoli: "Un orgoglio andare al primo mondiale da biancoverde"

"Mi piace raccontare queste storie e per l'Avellino è stata a suo modo gloriosa. Poterla raccontare di nuovo è davvero bello", ha aggiunto Monica Bertini che ha presentato l'evento. "Un'emozione unica, ma nei fatti vissuta anche con i ragazzi del '72. Ricordiamo qui la Serie A, ma una città che è stata rappresentata al massimo in tutta Italia. L'Avellino ha fatto sognare tutti", ha spiegato Cosimo Sibilia

"Ho iniziato dal settore giovanile con l'Avellino. - ha rimarcato Nando De Napoli - Avevamo una Primavera forte e già lì contro la prima squadra capivamo il valore, in particolar modo della squadra del 1980/81. Nei miei tre anni di Serie A con l'Avellino ricordo che solo l'Inter e la Fiorentina riuscivano a vincere qui. Sarò ripetitivo, ma mi fa piacere sempre sottolinare che al mio primo mondiale nel 1986 sono andato con la maglia dell'Avellino. Essendo di Avellino, di Chiusano, è il ricordo più bello".

"Penso che quando uno fa bene sia impossibile che cambi l'affetto che gli avellinesi hanno per i giocatori che hanno fatto qualcosa per rimanere in Serie A", ha sottolineato Geronimo Barbadillo. "L'Avellino si è sempre distinto, ci siamo salvati. Ci siamo tolti le nostre soddisfazioni. Lo stadio era un fortino", così Alberto Bergossi in compagnia di Franco Colomba, che è stato calciatore, ma anche allenatore dell'Avellino. "Era un ambiente infuocato, ma corretto. Nessuno si è mai fatto male. Eravamo talmente carichi con la pressione del pubblico. Era una pressione che ti faceva rendere il doppio".

L'idea degli autori: il racconto dalla parte degli avversari

"Avevamo notato che mancava una prospettiva diversa con i grandi del calcio a raccontare l'Avellino nella Premier League dell'epoca. - ha spiegato Antonio Vistocco, autore del libro con Rino Scioscia - Il volume è pieno di elogi e ricordi positivi per l'Avellino. Prandelli ha paragonato Avellino a Bilbao e sappiamo cosa è l'Athletic nei Paesi Baschi e nella Liga. Vale come orgoglio per una provincia del sud".