Il responsabile dell'area tecnica dell'Udinese, Pierpaolo Marino, è intervenuto telefonicamente nel corso di "Focus Serie C", appuntamento del mercoledì sera (ore 21) su OttoChannel (canale 16). Il dirigente del club friulano ha ricordato il suo percorso nell'US Avellino: "Arrivai nel club grazie ad Arcangelo Iapicca, che mi ha dato l'occasione di entrare nell'Avellino e nel calcio. - ha affermato Marino - Poi, rientrò Antonio Sibilia e riprese l'Avellino nel '78, subito dopo la promozione in A, anche perché Iapicca non ce la faceva da solo. Lui entrò insieme al presidente Matarazzo e allo stesso Iapicca e gradualmente riprese l'Avellino. E quando rientrò lui mi disse che avrebbe voluto puntare su di me come unica persona, unico interlocutore all'interno del club perché lui era stato tradito nel momento in cui aveva lasciato l'Avellino dalla vecchia dirigenza. Mi ha dato un'occasione importantissima e io da Antonio Sibilia ho potuto apprendere tutti i rudimenti del calcio. Ero un ragazzo di 23/24 anni e lui mi diede l'opportunità di essere il più giovane dirigente in Serie A e mi insegnò tante cose".
Il ricordo di Sibilia e di Annito Abate
"Posso dire che Sibilia è stato un uomo unico, una persona straordinaria, soprattutto per i tanti pregi che superavano i difetti. - ha aggiunto Marino - Con me si comportava come un secondo padre. Si confrontava sempre, aveva un rispetto nei miei confronti che io apprezzavo moltissimo. Mi impegnai tanto per non deluderlo e gli porto una riconoscenza immensa. Era un grande conoscitore dei meccanismi del calcio ed era anche dotato di una grande esperienza perché era stato dirigente per tanti anni dell'Avellino insieme ad Annito Abate, un presidente che molti hanno dimenticato, ma che è stato protagonista degli anni '60 dell'Avellino insieme al presidente Sibilia. Sono commosso nel ricordare don Antonio a cui devo tantissimo, forse tutto".
Sull'Avellino di oggi
"Seguo sempre l'Avellino. Stimo il presidente, Angelo (D'Agostino, ndr), e stimo Rastelli e De Vito. Sono un tifoso dell'Avellino ovviamente. Come posso non essere tifoso di una squadra di cui sono per 3 anni presidente e per 8 anni dirigente. La seguo sempre e devo dire che ho apprezzato tantissimo il pareggio con il Catanzaro. Ho seguito la partita attraverso internet. È stata una rimonta bellissima contro una squadra attrezzata e forte come il Catanzaro. E ho potuto subito notare che Rastelli ha dato un'impronta nuova sia dal punto di vista caratteriale che tecnico alla squadra e questo è molto bello. L'Avellino non affonderà mai perché ha nel suo presidente la solidità di un uomo che è capace di portare una continuità alla squadra anche se i miei concittadini pretendono molto di più di questo inizio stagione come è giusto. L'Avellino potrebbe fare tranquillamente l'ascensore tra la Serie A e la Serie B e perchè no istituire un nuovo ciclo come quello che avemmo la fortuna di vivere noi negli anni '80".
Sulla seconda avventura di Rastelli in Irpinia
"Non è una minestra riscaldata perché Rastelli è un lusso in Serie C. È un allenatore che ha dimostrato di meritare categorie superiori. Poi ha una grande empatia con il direttore De Vito. Credo che insieme possano fare molto bene e, perché no, rimontare la classifica e sperare di poter arrivare in posizioni utili per giocarsi anche la Serie B".