L'ingresso in campo con il capitano, Ramzi Aya, privo del gagliardetto e quindi impossibilitato al classico scambio con il pari ruolo del Crotone, Vladimir Golemic, che invece ha potuto rendere il simbolo del club pitagorico al difensore della squadra irpina, è probabilmente la sintesi perfetta della lunga fase vissuta dall'Avellino. È davvero inusuale riscontrare quanto accaduto negli ultimi secondi pre-gara: una dimenticanza, madornale per gli appassionati, rimarcata con forza sui social da tanti tifosi.
Diventa, invece, ormai una normalità l'atteggiamento con cui la squadra di Roberto Taurino si presenta in trasferta. Per definire ormai palese e manifesta la distanza con le prime della classe non occorreva la gara dello "Scida". Sin dall'estate era chiara la differenza con le vere big del girone C ma, come spesso accade, i numeri certificano il flop in campo esterno: quattro gare, quattro sconfitte, nessun punto, un solo gol realizzato, quando l'Avellino era sotto di due reti a Monopoli, 6 subiti.
Dopo 7 turni di campionato i biancoverdi sono tredicesimi in classifica, a -12 dal primo posto, occupato dal Crotone e dal Catanzaro, a -3 dall'ultima posizione utile per i playoff, con soli due punti di vantaggio sulla zona playout e sono l'ultima squadra campana del girone C (-6 dalla Juve Stabia e dalla Turris, - 4 dal Giugliano e dalla Gelbison).
Per l'ulteriore settimana sarà decisiva la gara casalinga. Come già accaduto contro il Messina e il Potenza, salvo accelerazioni improvvise nelle prossime ore, Taurino si rigiocherà la sua panchina nel match in programma al "Partenio-Lombardi" sabato alle 17.30, quando sarà sfida contro l'Audace Cerignola, ma è evidente l'altalena di risultati che rende complicato il cammino e il progetto avviato in estate.