Il calcio italiano è in lutto per la scomparsa di Claudio Garella, uno dei calciatori simbolo della Serie A degli anni '80, vincente a Verona e Napoli con gli Scudetti '85 e '87, conquistati da leader in terra scaligera e in quella partenopea. L'estremo difensore lega ad Avellino la chiusura della sua carriera sportiva, ma non solo: una parentesi velocissima nel 1991 da due presenze, una da titolare in Triestina-Avellino del 30 marzo e l'altra da soli 10 minuti nel turno successivo del torneo cadetto con il Foggia.
Sono state ben 18 le sfide da avversario per Garella: 6 derby con la maglia del Napoli, ma nella mente dei tifosi biancoverdi c'è il match con il Verona del 13 gennaio 1985 giocato su un campo ai limiti della praticabilità, con il capoluogo reduce da una nevicata record. Una gara vinta con il risultato di 2-1 dagli irpini, guidati in quella stagione (la settima consecutiva in A) da Antonio Valentín Angelillo in panchina. Il Verona, che finì il campionato con l'unico Scudetto della sua storia, trovò al Partenio la prima sconfitta stagionale (perse solo 2 volte nel torneo) in un pomeriggio pieno di emozioni. La rete decisiva arrivò a 5 minuti dal termine e fu realizzata da Angelo Colombo, splendido protagonista in biancoverde e che risultò prezioso anni dopo nel Milan di Arrigo Sacchi.
"Colombo viene in vacanza con me a Finale Ligure e ne parliamo ancora. - ricordò Garella ospite in Rai per celebrare lo Scudetto del Verona - Mancavano cinque minuti e non si riusciva a tirare su il pallone. Era completamente pesante e dai 30 metri indovinò quella cosa là. Riuscì a mettere il piede sotto, calciò con forza e neanche Garellik ci arrivò".