Gautieri e Zeman, una storia nata per 4 miliardi di lire nel segno del 4-3-3

Foggia - Avellino, la sfida nella sfida dal sapore di un calcio d'altri tempi che non c'è più

gautieri e zeman una storia nata per 4 miliardi di lire nel segno del 4 3 3
Avellino.  

Fu proprio Zdenek Zeman a chiedere al compianto presidente Sensi di portarlo a Roma, di vestirlo di giallorosso. Ciò che l'allora fresco ventisettenne Carmine Gautieri non sapeva, però, era che arrivando alla corte del boemo avrebbe trovato più di un semplice maestro: avrebbe incontrato il “suo” maestro. Era il 1997, al club capitolino servirono 4 miliardi di lire per acquistarlo dal Perugia: l'inizio di un percorso che si concluse, sotto la guida di Capello, due stagioni più tardi, dopo aver realizzato 8 gol in 43 presenze. Un bottino di tutto rispetto per un esterno d'attacco. La lezione imparata.

Difficile, anzi impossibile, però, quantificare l'impronta lasciata nella formazione (professionale) del calciatore che sarebbe diventato poi allenatore. “Il mio maestro, una linfa” ha provato a sintetizzare Gautieri nel corso delle interviste all'alba della sua nuova carriera. In una recente non ha, invece, nascosto, Gautieri, di temere il Foggia di Zeman più di qualsiasi altra squadra nei playoff: “Lo dicono i numeri e il rendimento”, ha spiegato, ma con la faccia e la mimica di chi ha il giudizio pure un po' comprensibilmente condizionato dall'ammirazione.

Giocando nel tridente di stampo zemaniano con Balbo e Paulo Sergio, cognomi che evocano brividi per i nostalgici dei fine anni 90' (così come la magia che suscita quello di un certo Totti), Gautieri ha capito come avrebbe fatto giocare le sue squadre; quale sarebbe stato il suo modulo di riferimento una volta appese le scarpette al chiodo. Di Zeman, Gautieri ha sposato finanche il fondamentalismo tattico: 4-3-3 sempre e comunque. E da quel calcio ultraoffensivo si è preso il meglio (gol, bel gioco e promozione in Serie B con la Virtus Lanciano), ma pure il peggio. Nel corso della sua breve esperienza Terni, per sua stessa ammissione, s'incaponi ad adattare gli interpreti al modulo e non viceversa. Errore fatale, esonero inevitabile. Proprio in quella circostanza che le strade con Zeman si sono, forse, di certo par la prima voltam, in parte separate.

D'altronde solo gli stupidi non cambiano opinione e Gautieri, proprio ad Avellino, sta dimostrando di non esserlo affatto uno stupido. Il 4-3-3 ad Avellino non è stato mai un dogma, come fu per Zeman nella sua disastrosa stagione sullo scranno irpino. Nulla più di una predilezione, che si può, si deve accantonare, se tra Covid, infortuni e squalifiche non hai i difensori per giocare a 4 e gli attaccanti per tirar fuori un tridente che possa definirsi davvero tale. Si cresce anche attraverso gli errori.

Ma nella storia tra Zeman e Gautieri c'è, fino in fondo, di mezzo sempre il destino. Perché, ironia della sorte, dopo tanto 3-5-2 il “Gaucho”, che in campo sta preparando la partita col sorriso stampato sulle labbra tra palleggi e numeri d'alta scuola, arriverà a giocarsi il miglior piazzamento negli spareggi promozione con il 4-3-3 proprio contro il Foggia di Zeman. Dopo aver svuotato l'infermeria ed aver lavorato sui concetti. Senza fretta. L'allievo si appresta a riabbracciare il maestro e a sfidarlo. E, si sa, in fin dei conti, alla fine ambisce pure a superarlo.