Morero: "L'Avellino? A gennaio un bomber da doppia cifra per rimontare il Bari"

L'ex capitano dell'Avellino in collegamento con 696 TV: "Parisi? Vi racconto due retroscena"

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Avellino.  

Avellino gli è rimasta nel cuore e non per mera retorica. Santiago Morero è stato un grande professionista e capitano dei biancoverdi. Ha smesso di giocare, vive sul Lago di Garda, e fa l'osservatore “ma non posso dirvi per chi”.

L'ex difensore ha partecipato con piacere e disponibilità a una serata in collegamento Skype con 696 TV per parlare dei lupi, che ha difeso con carattere e orgoglio non pensandoci su due volte a scivolare fino in Serie D, dopo aver calcato i campi di Serie A, per sposare la causa irpina onorata, sempre, con la massima dedizione: “L'Avellino è una delle squadre accreditate alla promozione in Serie B, ma ha perso troppi punti per strada a inizio campionato. Deve cercare di recuperare terreno. Quando devi vincere per forza trascuri il gioco perché conta il risultato. Il campionato è ancora lungo, l'Avellino deve fare il suo e sperare che il Bari faccia qualche passo falso in attesa dello scontro diretto del ritorno. In mezzo c'è il mercato, che può spostare gli equilibri. L'Avellino, se vuole vincere, deve, ovviamente, puntare a prendere calciatori in uscita da società di Serie B. Una rimonta stile Lanusei? Tutto può succedere, ma non si deve accumulare altro ritardo dalla capolista”.

Idee chiare, da osservatore esterno, su cosa manchi all'Avellino:L'Avellino ha una rosa ampia, con due giocatori per ogni ruolo. Magari manca la punta che segna 20 gol come Antenucci o un attaccante carismatico come lo è stato, nel suo periodo d'oro, Castaldo. Per il resto vedo calciatori buoni come Sbraga, che gioca pochissimo; Micovschi, Di Gaudio e un centrocampo affollato”.

E a proposito di Micovschi, suo ex compagni di squadra, che stenta a carburare: “Micovschi sta pagando le poche partite giocate l'anno scorso, ha perso un po' di certezze, ma è un giocatore fortissimo, ha tutte le qualità per fare bene. Due anni fa giocava da seconda punta, da trequartista, aveva pochi compiti difensivi, era sempre pronto nelle ripartenze ed era devastante. Ha una gamba importante, a lui piace giocare in attacco”.

Poi una serie di retroscena e aneddoti su un altro ex compagno di squadra, che di strada ne sta facendo: “Parisi? È un ragazzo buonissimo, vederlo giocare in Nazionale Under 21 o in Serie A con tranquillità, come quando giocava con l'Avellino, mi fa enormemente piacere. Era un ragazzino quando ha iniziato con noi, io lo ripresi durante un allenamento, gli dissi qualcosina e lui rispose a tono. Gli dissi di non rispondere perché all'inizio devi rimanere in silenzio, ma imparava subito. È migliorato tanto anche nel rapporto con l'arbitro, lui parlava tantissimo, diceva che si caricava nel battibeccare con arbitri e guardalinee, nonostante io e Bucaro cercassimo di dirgli di stare calmo”.