Al fianco del presidente Angelo Antonio D'Agostino, che ha comunicato la scelta di confermare Piero Braglia in seguito al mancato accordo con Vincenzo Vivarini, c'era anche il direttore sportivo Salvatore Di Somma. Pure lui è tornato sui suoi passi facendo retromarcia rispetto alle dichiarazioni rese lo scorso 15 settembre attraverso una nota ufficiale con cui, per suo pugno, si era dichiarato l'unico responsabile della scelta del tecnico e delle scelte di mercato.
Stando a quanto volontariamente sottolineato, se Braglia dovesse essere esonerato, sarebbere consequenziale e scontato attendersi le sue dimissioni? No. Ecco il perché: "Braglia l'ho scelto io, la proprietà ha condiviso la scelta, ma se non arrivano i risultati e va via l'allenatore non è detto che vada via anche il direttore sportivo. Se la società decidesse per il mio esonero, sarebbe tutto diverso. Non mi cambia la vita avere un contratto, non lo faccio per i 4, 5mila euro al mese. Ad Avellino ci sto per amore e passione. Se avessi avuto la convinzione di aver allestito una rosa mediocre e di aver fatto un danno alla famiglia D'Agostino me ne sarei andato via da solo, ma credo tantissimo in questa squadra, è forte e ce lo dicono tutti. Con Braglia mi lega un rapporto di amicizia, ma il rapporto di lavoro è diverso e non capisco perché se va via l'allenatore, devo andare via anche io...”.
Sul momento dell'Avellino e la conferma di Braglia: “Siamo convinti di sbrogliare la matassa, per quanto riguarda l'allestimento della squadra. In tutte le situazioni abbiamo cercato di accontentare Braglia, in primis in base ai sistemi di gioco. Inizialmente mi ha detto di voler giocare con il 3-4-3 o con il 4-3-3 e sono convinto di aver preso i calciatori giusti per giocare con questi moduli. Rifarei le stesse cose, senza ombra di dubbio. Abbiamo accontentato Braglia in tutto e per tutto. Scognamiglio e Sbraga sono stati presi per alternare i due sistemi di gioco. Il 3-5-2 è necessario per gli infortuni di Di Gaudio, Micovschi e Kanoute. Braglia si è ritrovato costretto a mettere qualche giocatore in ruoli non propri, ma solo durante il ritiro è venuta fuori l'intenzione di cambiare e adottare quei due sistemi di gioco. C'è stata la telenovela di Micovschi, i tempi si sono allungati notevolmente, mentre Di Gaudio è arrivato a fine mercato. Purtroppo non c'erano gli esterni che volevamo portare ad Avellino. Avevamo contattato e trattato Chiricò, ma le cifre erano alte. Gli obiettivi iniziali erano Micovschi e Kanoute, Di Gaudio è venuto dopo, ma Braglia non ha mai avuto la possibilità di averli tutti a disposizione. Di Gaudio è recuperato, se Dio vuole, non avrebbe dovuto giocare a Castellammare di Stabia e si è fatto male. Micovschi è pronto, quindi si potrebbe giocare come vorrebbe Braglia”.
Plescia: “Era richiesto da tante squadre, sta soffrendo con un'infezione che lo sta penalizzando moltissimo. Non può esprimersi come sa, perché gli ha portato un senso di debolezza. Ora sta bene e può giocare sabato. Lo ritengo un attaccante importante. Abbiamo quattro attaccanti importanti: Maniero, Plescia, Gagliano e Messina. Di Gaudio non veniva da infortuni pregressi, non inventiamoci niente, non abbiamo preso calciatori rotti. Micovschi si è fatto male all'ultimo momento e Braglia ha dovuto rischiarlo. Lui gli ha detto che stava bene, un'ora l'avrebbe potuta sostenere, ma gli mancava preparazione in gruppo. Sono situazioni che si verificano, non hanno colpe l'allenatore e lo staff medico”.
Il mercato: "Dissi che avremmo preso due attaccanti di spessore? Sì, ma era giugno e dovevamo fare il 3-5-2, ma Braglia ci ha comunicato di cambiare il modulo. Non ci avevo ancora parlato. Il mercato l'abbiamo fatto in sintonia, ma in quel momento non avevamo ancora incontrato Braglia, quindi forse è stato un errore mio. Non c'è nessun colpevole, i risultati non sono arrivati, ma l'unica partita che abbiamo toppato, dove mi sono vergognato è stata domenica a Viterbo. Contro il Campobasso abbiamo sbagliato il primo tempo, ma nella ripresa abbiamo preso due pali. A Castellammare avremmo meritato di più, col Latina siamo rimasti in dieci uomini, ma nella ripresa c'abbiamo messo voglia per vincere la partita. Col Catanzaro il mister ha scelto di cambiare strategia sperando di far venire fuori l'avversario per colpirlo di rimessa. Ma anche in questo caso, nonostante una prova non eccelsa, abbiamo avuto delle occasioni per vincerla. Ci può stare il pareggio col Catanzaro, l'unico flop è stato col Monterosi, una squadra modesta e in dieci uomini”.
I calciatori che hanno chiesto la conferma di Braglia: “Alcuni calciatori sono venuti in sede a parlare con il presidente. Loro sono legati all'allenatore, soprattutto chi c'era l'anno scorso. Si sentono responsabili del momento, ci hanno chiesto di tenere Braglia perché sono convinti che ci sarà una svolta, ma non hanno deciso niente, le decisioni le ha prese la società. Braglia è consapevole di aver commesso qualche errore, li facciamo tutti e ci confortiamo a vicenda. Ma è anche consapevole di poter dare una svolta a questa stagione. La scelta di confermare Braglia è condivisa con il presidente”.