La certezza è che così non si può più davvero andare avanti. Oltre le defezioni, oggettive e limitanti, con gli effettivi in organico finora mai completamente a disposizione; oltre la sfortuna, tra pali, traverse, rigori negati e falliti. L'Avellino non è più l'Avellino e proprio il fatto che non sia in grado di fronteggiare episodi sfavorevoli e avversità, gettando il cuore oltre l'ostacolo con quella sana cattiveria agonistica che era stato il suo marchio di fabbrica, sino alla semifinale playoff persa contro il Padova, è indicativo in merito ai non più trascurabili segnali negativi che la squadra restituisce in un preoccupante crescendo. Mancanza di furore agonistico, applicazione; inconcludenza; atteggiamento molle, svogliato, svagato. Un modo di giocare inaccettabile oltre ogni potenziale motivazione a discolpa, che oscilla da un campionato iniziato lasciando in sospeso rinnovi pesanti a un'identità tattica che si è cercato di rivisitare per rendere più pericolosa e ficcante la manovra, le soluzioni offensive, ottenendo il paradossale effetto opposto.
Sta subentrando così la dura legge del calcio, mai così vicina dall'essere applicata nel corso della gestione D'Agostino: non potendo cambiare una squadra a pagare è, in genere, l'allenatore, la cui posizione è stata, ed è, oggetto di lunghe ore di riflessioni da parte della società. Sette partite, una vittoria, cinque pareggi e una sconfitta. Troppo poco, per l'appunto, oltre ogni tipo di ragionamento o disquisizione perché contano, volente o nolente, i risultati e col Bari già a +9 non riflettere, almeno, su come invertire la rotta sarebbe semplicemente da incoscienti.
Braglia era e resta appeso a un filo, allo stato attuale il borsino dell'esonero è in costante rialzo seppur resti uno spiraglio per una fiducia a tempo fino alla partita con la Virtus Francavilla. Se cambio sarà, allora verrà operato nel segno di una scelta finalizzata a far fruttare gli investimenti posti in essere per ingaggiare interpreti funzionali allo sviluppo di sistemi di gioco con tre attaccanti. Come anticipato ieri sera da Ottopagine.it, Pasquale Marino è un maestro del 4-3-3 ed è in pole position qualora si procedesse all'avvicendamento. Ha fatto molto bene con lo stesso sistema di gioco anche Pasquale Padalino, con la Juve Stabia. Al “Menti” è stato più volte visionato proprio da Di Somma, che, a dispetto delle recenti dichiarazioni pubbliche in cui ha legato in maniera perentoria il suo destino a quello del tecnico, assumendosi la piena responsabilità della sua conferma, è già al lavoro valutando i profili alternativi. Calma apparente, bocche cucite, ma il tempo per capire e valutare il da farsi non è ampio perché la prossima gara si giocherà di sabato, alle 17,30, al “Partenio-Lombardi”, contro la Virtus Francavilla. Ancora poche ore e si scoprirà, perciò, in maniera inesorabile, chi sarà a prepararla su una panchina adesso più che mai scricchiolante, che verrà sostituita o puntellata.